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Giunto al suo terzo anno, l’appuntamento con il concerto del primo maggio di Taranto, riconferma totalmente il successo delle scorse edizioni: l’enorme adesione di pubblico dimostra l’efficacia del messaggio lanciato nel 2012 dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti che ne organizza e gestisce ogni aspetto, facendo parlare gli artisti con e per i cittadini.
Un caso tangibile e indiscutibile di spontanea solidarietà culturale che vede moltiplicarsi la partecipazione artistica, al servizio della causa socio-politica. Ed è così che di questa città si può tornare a parlare in termini sorprendentemente positivi. In questi anni di grande impegno rivolto al territorio e alle sue radicate problematiche – ambientali, sanitarie, occupazionali – sono proliferati i contributi di artisti di provenienze diverse, impegnati ognuno col proprio linguaggio nel declinare l’immagine di una realtà che cambia e in vigorosa riconversione. Un coro di espressioni che dalla musica d’autore alla videoart, passando per il documentario e il videoclip, dal disegno alla perfomance, dà un saggio della progettualità e creatività che guarda al futuro; tecniche e strumenti diversi, ugualmente efficaci nel raccontare la realtà attraverso voci e sguardi rinnovati, veicolando il messaggio di quanti, rivolti a una nuova bellezza, hanno scommesso su ambiti paralleli, quali il circuito musicale, del cinema e delle arti visive contemporanee. Opere e iniziative culturali che sostengono un sistema di condivisione che vede il concerto, con i suoi tantissimi ospiti in scaletta, l’evento più partecipato ma non la sola espressione di solidarietà.
L’#unomaggiotaranto lo si intenda come organo di comunicazione amplificata, dal palco oltre i confini della città. Si svolge in queste ore per la terza volta in nome di una “bonifica culturale”, che è partita in primis dalla ri-valorizzazione dello spazio in cui si svolge: il Parco Archeologico delle Mura Greche, rivitalizzato e ri-consegnato alla storia, quella che si scrive oggi. Il futuro è ora. Un futuro che l’arte aiuta a lasciar immaginare attraverso la sua potenza universale. (Cristina Principale)