02 maggio 2015

Guastafeste o guerriglieri?

 

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Milano divisa in due. In versione Expo la mattina e in versione guerriglia urbana nel pomeriggio. Prima presentabile, istituzionale, con il vecchio Napolitano accanto al giovane Renzi, con Renzi addirittura trionfalistico, che prende il la dall’inno italiano cambiato nella versione cantata dai ragazzini in siam pronti alla vita per dire che l’Italia è pronta a un abbraccio planetario. Ma nel pomeriggio la città si fa impresentabile, plumbea. Viene aggredita, incendiata dai black bloc. La polizia che abbiamo visto inerme mentre i disgraziati danno fuoco a auto e negozi, dice che non ha reagito a quella che era un’astuzia con cui le tute nere volevano distrarre la polizia e invadere il centro. Ma che razza di giustificazione è? Via de Amicis, piazzale Cadorna sono pieno centro di Milano. E come mai poi la sera alla Scala, per la Turandot in cui di nuovo va in scena la Milano superistituzionale, tutto si ferma? Forse stavolta l’allerta che c’era da giorni, se non da mesi, ha funzionato. Mentre nel pomeriggio deve aver prevalso la sottovalutazione di quel conflitto del terzo millennio che nei Paesi civili (lontani dalla guerra guerreggiata) prende forma nella guerriglia urbana. Tutte cose che polizia e intelligence dovrebbero sapere molto bene. E che invece ogni volta scoprono venendo giù dal pero. Il commento? Geniale: “hanno rovinato la festa”. Per caso era un compleanno di bimbetti delle elementari o era l’Expo? 

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