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Le scarpe sono la traduzione culturale del piede, che è anche il più fondamentale e discreditato degli elementi anatomici. Dunque, per raccontare questa Biennale partiremo da tutte le scarpe del mondo.
Anche la scarpa non ha ancora una mitologia; i cappelli significano Coco Chanel, le camicie bianche sono Hemingway e le forbici del sarto, i guanti, le giacche, hanno tutti un ottimo pedigree.
Le scarpe significano qualcosa solo per gli artisti, altro segno di poca definizione e tanta presenza immaginaria. Per le scarpe si dice: fare le scarpe, rifilare una suola, ma ci sono anche le famose scarpe di Van Gogh. Quindi, in questa Biennale che parla di suolo e di memoria, di stratificazione e di flussi, partire dai fondamenti fisici del camminare è il minimo. Quindi, quest’anno il fuoco è su tutte le scarpe del mondo. E per fortuna la prima buona notizia è che si parlerà infine di arte, niente arresti, niente sorpresone a rubare la scena a tutte le scarpe del mondo. (Irene Guida)