21 maggio 2015

L’epopea dei cavalli di Hitler, da simbolo del terzo reich a ruderi ritrovati in un deposito. E ora in attesa di tornare allo stato tedesco

 

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Sono in bronzo e valgono, oggi, milioni. Li hanno trovati dopo 25 anni, in un deposito a Bad Duerkheim, nella Renania, in pessime condizioni. Sono due cavalli che al tempo del Terzo Reich stavano a fare la guardia alla nuova cancelleria di Berlino, patronato di Adolf Hitler, rimossi dopo la fine della seconda guerra, rimasti per anni e anni su un campo sportivo nei pressi della città di Eberswalde – in quella che prima della caduta del muro era Germania comunista, e poi scomparsi nel nulla proprio 25 anni fa, con l’evento storico che riunì il Paese. 
I cavalli, opera degli scultori Josef Thorak e Arno Breker, facevano parte di quel tesoro artistico che il dittatore commissionò ai tempi del suo regime, con lo scopo di rendere Berlino capitale “mondiale”.
Finite nel mirino del mercato nero, il Bild ha riportato che le sculture di marmo e bronzo finite in mano ai ricettatori (per questa scoperta sono indagate otto persone) avevano prezzi di vendita che si aggiravano anche intorno ai 4 milioni di euro. 
Dipinti in oro, danneggiato da proiettili, con la coda rotta e maldestramente rimessa a posto, al momento della scoperta le sculture erano addossate una all’altra. Sempre secondo il Bild ora diventeranno di proprietà dello stato tedesco, ma è anche possibile che i discendenti di Thorak, lo scultore in questione, potrebbero reclamare un diritto di prelazione. Anche se non sarà, certo, il tesoro di Cornelius Gurlitt

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