24 maggio 2015

Fino al 30.V.2015 Maria Adele Del Vecchio, Within, rather than above Galleria Tiziana Di Caro, Napoli

 

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Nell’antico Palazzo De Sangro, nel cuore del centro storico di Napoli, si è trasferita la Galleria Tiziana Di Caro che dà avvio alla nuova fase partenopea con una personale di Maria Adele Del Vecchio (1976) che, già dal titolo, ci invita a guardare “dentro anziché sopra” lo stato delle cose.
Lo spazio si articola in quattro sale che racchiudono il complesso universo creativo dell’artista, dove diversi temi sono legati da un pensiero comune, quello secondo cui l’arte è anche un esercizio per sottrarsi al pensiero dominante e avviare il singolo verso una nuova consapevolezza di sé e del mondo. I lavori in mostra sono site specific, si tratta di opere che riferiscono una serie di storie a più livelli che convogliano, in un unico, grande racconto fatto di riflessioni artistiche ed estetiche, esperienze personali, pensieri acuti e sensibili concretizzati attraverso l’uso di diversi media.
L’opera che apre la mostra, Black is the color of my true love hair, è un’installazione che usa la grammatica cinematografica per indicare, spiega l’artista, «un passaggio temporale che mima la vita, il ciclo vita, morte, vita, la forza, drammatica e vitale insieme, del tempo che passa», in cui non manca un riferimento alla tematica del femminile, pregnante nella ricerca di Del Vecchio.
Maria Adele Del Vecchio, Within, rather than above, vista della mostra
Il femminile è, infatti, un argomento presente anche in Le Malinconie, cinque piccole sculture simbolo di un’archeologia personale, i resti di uno scavo interiore, brandelli di passato incastonati in blocchi di pietre grezze: «Corrispondenze emotive», dove «quel che si vede evoca il vissuto personale e lo stato d’animo dello spettatore, ma anche il mio mentre costruisco il lavoro, è nostalgico», ammette l’autrice.
L’installazione che abita la seconda stanza della Galleria, General Semantics (Il Naufragio della Speranza), è un’opera che nasce da una riflessione sulla non-identità, a partire dalle teorie di Afred Korzybski. I quattro gruppi di marmo acuminato, che rinviano al celebre dipinto di Caspar D. Friedrich, si contrappongono a un’immagine che immortala la stratigrafia geologica del Grand Canyon e una mano che ricorda tanto quella della celebre Creazione michelangiolesca ma tutta al femminile. Un lavoro che comunica l’attesa di un cambiamento culturale e il desiderio di recuperare una società alla deriva.
La questione identitaria è ripresa, poi, anche in Glittering Scotoma, opera specchiante che simula un difetto della vista e sottintende l’abitudine al guardare senza realmente vedere, dove si chiede al pubblico una sforzo ad osservarsi ed osservare oltre la superficie, oltre le apparenze, come in Pollution #1 #2 #3, in cui una maggiore attenzione svela il tranello di una falsa immagine stereoscopica.
La mostra si presenta come un componimento poetico che trova la sua massima espressione in RATS LIVE ON, un lavoro che riprende, in un neon, la frase palindroma della poetessa americana Anne Sexton, evidenziando, nel doppio concetto espresso, la possibilità di una visione altra.

Ilaria Tamburro
Mostra visitata il 17 aprile 
Dal 17 aprile al 30 maggio 2015
Maria Adele Del Vecchio, Within, rather than above
Galleria Tiziana Di Caro
Piazzetta Nilo, 7 – 80134, Napoli
Orari:da martedì a sabato, dalle 15:00 alle 20:00 e su appuntamento   
Info: info@tizianadicaro.it – +39 081 552 5526

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