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Lui lo chiama il “sublime contemporaneo”, precisando che il «sublime oggi non si trova nella natura, ma nelle città, anzi nelle metropoli». E di città Olivo Barbieri ne ha fotografate veramente tante: Pechino, Lasa, Delhi, Istanbul, Roma, Las Vegas, Houston e altre ancora.
Questa è Shanghai, “sublime” più di ogni altra perché, più di altre, è “la città di Blade Runner”. Immensa, stratificata, aggrovigliata, impossibile, stupefacente. In questa foto, Barbieri non adotta neanche la tecnica del fuori fuoco, che da anni è il tratto distintivo della sua ricerca. Qui tutto è a fuoco, forse perché non c’è una zona verso cui catturare lo sguardo. Scelta che, il fotografo nato a Carpi nel 1954 e formatosi all’inizio con un altro grande italiano, Luigi Ghirri, rivendica perché è lui a decidere cosa dobbiamo guardare.
Dal 28 maggio più di 100 sue fotografie sono al MAXXI in una gran bella mostra che ripercorre quaranta anni di lavoro dell’artista. La prima grande antologica italiana. Era l’ora!