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Il crescente utilizzo di emoticon nei messaggi di testo sta portando l’umanità indietro di migliaia di anni. L’incredibilmente popolare applicazione Emonji è ormai un vero e proprio linguaggio del ventunesimo secolo. Dopo millenni di evoluzione linguistica queste faccine sorridenti hanno riportato la scrittura da Shakespeare all’antico Egitto. I geroglifici furono al tempo un importante esempio di civilizzazione, nonché un’interessante prova di capacità artistica, ma erano lo specchio di una società statica, in grado di scrivere qualcosa ma non di creare una cultura letteraria stimolante. Unicode, creatrice di Emonji, ha annunciato la realizzazione di altre 39 icone entro il prossimo anno. Non c’è da stupirsi se si considera che il 72 per cento dei giovani tra i 18 e i 25 anni trova più semplice esprimere le proprie emozioni tramite emoticon, piuttosto che attraverso la parola scritta. Ma non si dovrebbe dimenticare che quest’ultima rimane un elemento essenziale per portare idee, poesia e discussioni ai massimi livelli. (Giulia Testa)