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Cento milioni di dollari cifra tonda, e chiunque si porti a casa “Neverland”, il paradiso artificiale che fu la residenza di Michael Jackson fino al 2005, quando caddero le accuse di pedofilia, potrà disporne senza vincoli. Quindi anche abbattendo o cambiando radicalmente la tenuta di Los Olivos, a una sessantina di km da Santa Barbara, in California, 2mila e 700 ettari di terreno e una dimora in stile normanno con due guest-house, una piscina e una sala teatro con 50 posti, tra le altre servitù. Già, perché l’orologio fatto di fiori in facciata, lo zoo e la stazione di treni con la locomotiva a vapore sono già stati smantellati negli ultimi anni, abbattendo idealmente l’opera d’arte e il sogno di Peter Pan di Jacko, che qui era solito passare il tempo con i suoi ammiratori, regolarmente invitati nella tenuta.
“Neverland”, che oggi si chiama “Sycamore Valley Ranch”, e appartiene alla Colony Capital dell’investitore immobiliare Thomas Barrack jr, ha una lunga storia di cessioni e leggende: pare che la famiglia volesse seppellire da quelle parti il re del pop, ma nulla se ne fece, e dopo i fiori freschi “Neverland” non divenne il santuario che si sarebbe sperato. L’anno successivo, nel 2010, si rivelò poi solo una voce la volontà di riacquisto dal sito da parte degli eredi, grazie all’aiuto di Lady Gaga. Oggi “Neverland” non c’è più, lasciando ancora più orfani la schiera dei piccoli Jackson-fan.