01 giugno 2015

L’ultima avanguardia ripescata? L’Iperrealismo, con la Serpentine di Londra che dedica un’esposizione a Duane Hanson, vent’anni dopo l’ultima mostra nel Regno Unito

 

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Nel 2002 l’aveva avuto il PAC di Milano: trenta sculture più vere del vero, firmate Duane Hanson (Minnesota 1925 – Florida 1996). Una carriera quarantennale, iniziata con corpi in vetroresina perfetti e che raffigurano soldati uccisi nei combattimenti, la brutalità della polizia e gli homeless, che affrontano lo spettatore con le loro verità devastanti fatti di particolari inquietanti.
Eppure non c’è sempre stata la stella del successo ad accompagnare questa corrente che, nata alla fine degli anni ’60, spesso è stata tacciata di essere il risultato di un’artigianalità banale. 
Chissà, magari qualcuno si è ricreduto, perché se Richard Estes, pictor optimus della New York di ieri e oggi, ripresa fotorealisticamente da acrilici perfetti, ora Hanson torna in mostra a Londra e non in un posto a caso, ma alla Serpentine, dopo qualcosa come quasi 20 anni (l’ultima mostra era stata nel 1997) nel Regno Unito. 
Julia Peyton-Jones, direttrice, e Hans Ulrich Obrist, co-direttore della Galleria, hanno parlato di un “potere scultoreo con una costante attenzione e simpatia per la condizione umana”. 
Ad arricchire la mostra anche 10 polaroid, donate dalla Duane Hanson Estate, che raccontano dei modelli originali utilizzati per realizzare i suoi pezzi più celebri, dedicati alla società americana dei consumi negli anni ’70. Ora aspettiamo la beatificazione dei restanti protagonisti. A quando? 

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