15 giugno 2015

Fino al 21.VI.2015 Giorgio Morandi 1890 – 1964 Complesso del Vittoriano, Roma

 

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Un’artista complesso, schivo e lontano dai riflettori. Conosciuto come il pittore del silenzio. Assai vicino agli sviluppi politici della sua epoca e ai suoi protagonisti, ma con distacco. Tenendosi a giusta distanza dalle vicende nazionali, preoccupato piuttosto della propria ricerca artistica prima di ogni altra cosa. La sua rivoluzione se l’è fatta in casa, Giorgio Morandi. Letteralmente. Blindato nella sua residenza bolognese, condivisa con le sorelle, per gran parte della vita. Abbandonandola assai di rado e perseguendo il suo ideale i pittura. Giorno dopo giorno, dipinto dopo dipinto: ritraendo oggetti, solo a volte persone o paesaggi, e provando, nel tempo, a interpretare la realtà. In una evoluzione della forma e della figura, partita dall’esame della nuda realtà, e arrivando a sfiorare l’astratto. Una ricerca continua – e un esercizio di anni – che viene raccolta dal Complesso del Vittoriano in una esposizione che documenta la vicenda artistica del pittore bolognese attraverso opere di grande rilevanza, provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private. Tra le quali si trovano alcuni capolavori meno noti al grande pubblico, concessi eccezionalmente in prestito e accostati in modo inedito secondo un progetto studiato per l’occasione dalla curatrice Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione Longhi e specialista di Morandi, che ripercorre l’intero cammino dell’artista, attraverso una nutrita selezione di opere.
Si tratta della seconda volta di Morandi a Roma dopo la mostra postuma curata da Cesare Brandi alla Gnam di Valle Giulia nel 1973, confermando l’attenzione del Vittoriano per la pittura italiana del Ventesimo secolo. Un percorso iniziato nel 2012 con Renato Guttuso, proseguito nel 2013 con la mostra dedicata a Cézanne e ai pittori italiani che dal padre dell’impressionismo trassero ispirazione e nel 2014 con la mostra “Mario Sironi. 1885-1961”.
Giorgio Morandi, Paesaggio
Accanto ai circa cento dipinti ad olio, si trovano riunite in un percorso di lettura critica anche le opere incisorie, attestazione di una attività non secondaria ma parallela a quelle pittorica che valse a Morandi nel 1953 il riconoscimento internazionale del Gran Premio per l’Incisione alla Biennale di San Paolo in Brasile. Affiancate dalle rispettive matrici in rame provenienti dall’Istituto Nazionale per la Grafica, abitualmente non esposte al pubblico per ragioni conservative. Ma ci sono anche i suoi disegni e gli acquerelli di Morandi, in una specifica sezione, in cui queste opere autonome risplendono per l’asciuttezza espressiva che testimonia la sua ricerca costante di essenzialità.
Le opere provengono da importanti musei dalla Fondazione Longhi (Firenze), la Fondazione Magnani Rocca (Mamiano di Traversetolo, Parma) e la Fondazioni Spadolini (Firenze), e da prestigiose collezioni private. Insieme a tanti documenti di archivio che completano l’esplorazione nella vita dell’artista. 
Tra i punti in favore della mostra, realizzata anche grazie al Gioco del Lotto, c’è il tentativo di avvicinare grandi e piccoli alla bellezza dell’arte, anche attraverso serate gratuite ed intere giornate rivolte a
famiglie con bambini e ragazzi. Come i due laboratori creativi di “Io gioco con l’Arte”, nei quali alcuni giovanissimi artisti sono stati impegnati a scoprire, in modo divertente, stile e tecnica del Maestro dalle celebri nature morte. Offrendo ingressi gratuiti alla mostra, che hanno il merito di rendere l’arte sempre più accessibile alla cittadinanza.
Alessio Crisantemi
Mostra visitata il 14 maggio 2015

Dal 28 febbraio al 21 giugno 2015
Giorgio Morandi 1890 – 1964
Roma, Complesso del Vittoriano, Ala Brasini
Salone delle mostre temporanee
Orari: dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30; venerdì e sabato 9.30 – 22.00; domenica 9.30 – 20.30
Info: 06/6780664

2 Commenti

  1. Sono pienamente d’accordo sulla visione di Morandi come interprete della realtà e non come mero riproduttore come viene spesso fatto passare, essendo autore prevalentemente di nature morte. E nella morsa si vede bene proprio la sua evoluzione artistica e di conseguenza la ricerca effettuata..

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