22 giugno 2015

Fino al 28.VI.2015 Avanguardia Russa a Villa Manin. Capolavori dalla collezione Costakis e Alexandr Rodčenko fotografia, Villa Manin, Passariano di Codroipo

 

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Ultimi giorni per far visita alle Avanguardie Russe, terzo appuntamento di Villa Manin, che dopo Capa e Man Ray, investiga la fotografia di Rodčenko ed espone per la prima volta in Italia, dopo la tappa torinese, l’ “enciclopedica” collezione di Costakis, collezionista russo che grazie al suo occhio attento e sensibile salvò gran parte dell’arte degenerata russa del XX secolo. “Per farla breve”, scrive nella sua autobiografia, “decisi di diventare un collezionista di arte d’avanguardia. Molti tra i miei amici e parenti scossero la testa. Pensavano che stessi commettendo un grosso errore lasciando da parte le mie altre collezioni per iniziare a comprare opere che erano considerate da tutti ‘nonsense’. Tra la cerchia dei collezionisti di Mosca avevo un soprannome non molto lusinghiero: il ‘greco pazzo’ che raccoglie spazzatura inutile”. 
Guardare a distanza di anni questa “spazzatura inutile”, così come viene considerata da molti anche l’attuale produzione artistica, ci fa scoprire non solo nomi di artisti poco conosciuti, la preziosità e raffinatezza delle loro tele, quanto l’amore, la purezza e la determinazione che un vero collezionista dovrebbe sempre portare con sé. Elementi che ritroviamo nelle cinque regole di scelta di Costakis e che possono essere così riassunte:
1. Un vero collezionista se comprende e ama un’opera d’arte ed è sicuro di sé, non deve aver paura di acquistarla; 
2. Un’opera di alta qualità artistica è letteralmente inestimabile per il collezionista;
3. Al vero collezionista gli è più facile sopportare le difficoltà materiali che perdere la sua nuova scoperta;
4. Un collezionista non deve contrattare. È più vantaggioso per lui pagare troppo che pagare abbastanza. Se il collezionista cerca di abbassare il prezzo, può perdere un’opera a favore di qualcun altro;
5. Uno dei precetti più importanti per il collezionista è che egli deve con grande precisione, persino spietatamente, definire i limiti della propria collezione e deve assolutamente ricordare a se stesso che – su questo punto particolare – non dovrebbe mai esagerare.
Punti importanti, che chi cerca di rivestire oggi questo ruolo dovrebbe imparare a tenere sempre sotto gli occhi come un vero e proprio Manifesto del Collezionista Contemporaneo, figura oggi troppo spesso annebbiata dai movimenti veloci e superficiali del sistema che lo allontanano dall’amore assoluto e fedele nei confronti dell’opera d’arte.
Costruzione ciclica. Luce rossa | Ivan Kljun - 1923 Olio su tela, - 68,3 x 67,7 cm Museo Statale d’Arte contemporanea di Salonicco – Collezione Costakis ©State Museum of Contemporary Art – Costakis Collection, Thessaloniki
E il primo colpo di fulmine di Costakis, quello con cui iniziò questa incredibile collezione, fu un dipinto di Ol’ga Rozanova, presente in mostra con una serie di litografie, incisioni e delicatissimi collages realizzati per Guerra universale, libro fatto a mano con il poeta futurista Aleksej Kručënych. La mostra è strutturata per tematiche, si parte dal Nuovo Impressionismo e Simbolismo con le affascinanti e fiabesche guaches di Larionov e le forti influenze matissiane del Ritratto di Malević, per procedere con il Cubo-Futurismo, dove ancora appaiono marcati i rimandi alla Francia e all’Italia, sino ad arrivare alle forme più spirituali del Suprematismo, dominato dalla figura di Malevič e al Costruttivismo, in cui l’arte inizia sempre più a dialogare con l’architettura e la produzione. In questa sezione, oltre ai bozzetti per le costruzioni, i progetti per le torri radio o le scene teatrali, vi sono anche le maquettes per La città del futuro e La fortezza capitalista di Ljubov’ Popova e Alexandr Vesnin, come pure il modello con due archi in filo di metallo per il monumento a Y. Sverdlovsk, di Aleksej Babičev. Si continua poi con le lineari e rigorose linee su carta degli allievi dell’INChUK, istituto artistico di Mosca il cui primo direttore fu proprio Kandinskij, qui presente con delle porcellane le cui decorazioni sembrano evocare il paesino di Murnau. Infine, si giunge nelle ultime stanze, forse le meno conosciute ma a mio avviso le più magiche, dell‘Elettro-Organismo e Cosmismo, caratterizzate da una grande fluidità e dal dominio della luce e del colore. In queste sezioni spiccano le forme dei paesaggi astratti degli Ender, il ‘mosaico pittorico’ di Matjušin e l’ipnotica Luce Rossa di Ivan Kljun, che si rivela anche qui, come per quasi tutte le sezioni, il protagonista indiscusso della collezione. 
Artista versatile e sperimentale, passa dal ritratto preraffaellita e decadente della moglie nella prima sala, raffigurata quasi in una forma di sinistro presagio, ai Sette studi sul colore, un’infilata di forme geometriche molto vicine alla spiritualità ricercata da Malevič nei suoi quadrati bianchi e neri. Si sofferma sugli studi per costruzioni e sculture, per passare poi a studiare il cosmo. Investiga l’infinito delle sfere nello spazio e la cangianza del colore, per giungere poi al piatto grigiume che si stava estendendo già ai villaggi e che ritroviamo anche in Solomon Niktrin. Qui la pittura si fa sempre più brutale e volge verso un maggiore espressionismo. Niktrin, non a caso, sarà proprio uno dei fondatori, assieme a Sergej Lučiškin, del Proiezionismo, – presente nell’ultima sezione della mostra – e che estese le proprie attività anche al mondo del teatro e del cinema e dove molta importanza veniva data al processo di ricezione dell’opera, oltre che a quello di creazione della stessa. 
Il primo piano, con un allestimento tutto rosso che ricorda il parigino Museo dell’Erotismo, è interamente dedicato agli scorci arditi, ai ritratti e alle sperimentazioni che hanno fatto di Alexandr Rodčenko uno dei grandi rivoluzionari della fotografia.
Oltre ai 300 pezzi e alla mostra fotografica, così come era avvenuto per Man Ray, il programma di Villa Manin si è arricchito per questi tre mesi anche di una serie di proiezioni di film e documentari da Vertov a Majakovskij e di cui l’ultimo appuntamento, previsto per domenica 28 giugno alle 17 nella sala convegni, sarà Il vecchio e il nuovo di Sergej Ejzenštejn.
Eva Comuzzi
mostra visitata il 16 giugno
Dal 7 marzo al 28 giugno 2015
Avanguardia Russa a Villa Manin. Capolavori dalla collezione Costakis e Alexandr Rodčenko fotografia
Villa Manin, 
Piazza Manin, 10
33030 Passariano di Codroipo (UD)
Orari: dal martedì a domenica 10.00 – 19.00

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