01 luglio 2015

La grande galleria di Damien Hirst apre con John Hoyland. L’artista che criticò lo YBA, per poi ricredersi

 

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La Newport Street Gallery di Damien Hirst aprirà con una mostra di John Hoyland, l’artista britannico che nel 1992 criticò un’esposizione alla Royal Academy dedicata agli Young British Artists, scagliandosi in particolare proprio contro il capofila del famoso gruppo. «Ho sentito che Hirst si avvale di molti collaboratori per realizzare le sue opere» affermò allora l’artista. «Non riesco ad immaginare come possa esserci umanità nei suoi lavori in questo modo. L’arte è un sismografo dell’essere umano. Devi lavorarci in prima persona».
All’epoca la carriera di Hoyland era già stata eclissata dalla pop art e dall’arte concettuale, proprio come Hirst che in questo momento non sta vivendo un periodo florido artisticamente parlando, intrappolato in quel sistema che lui per primo aveva criticato. Con la fondazione della Newport Gallery l’artista vuole in un certo senso affermare la sua posizione e mettere al sicuro la sua eredità. Promuovendo la propria visione dell’arte contemporanea attraverso un grande spazio pubblico vuole infatti testare la sua influenza sui gusti del mercato. 
John Hoyland: Power Stations, questo il titolo della rassegna, inaugurerà il prossimo 8 ottobre è si presenterà come la più grande mostra dedicata all’artista dal 2006,  includendo una serie di dipinti del periodo che va dal 1964 al 1982. La galleria di Hirst, realizzata dagli architetti Caruso St John, è grande circa 37mila metri quadrati, ci sono voluti 3 anni prima che il progetto da 25 milioni di sterline fosse finalmente ultimato.
La sfida di Hirst adesso è quella di riaffermare la posizione di Hoyland. Negli ultimi anni della sua carriera, il pittore è scomparso nel 2011, Hirst supportò la sua arte commissionandogli diversi dipinti, opere senza dubbio di grande qualità e tutto sommato, usando le parole dell’ex YBA, «economiche rispetto al loro reale valore». A pensar male si potrebbe dire che l’intento ultimo di Hirst sia quello di accrescere il valore economico della sua vasta collezione. (Giulia Testa)

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