02 luglio 2015

L’ultimo eroe caduto

 
Mentre infuriano gli attacchi dell'Isis in Egitto, a pochi giorni dai rapimenti di oltre mille bambini per l'addestramento in Iraq, la falce si abbatte sull'ultimo eroe di uno dei peggiori capitoli della storia. Si chiamava Nicholas Winton, e sarà impossibile dimenticarlo

di

Viene da dire “Addio, eroe”. Ma lui, eroe, proprio non si sentiva. E infatti per oltre 50 anni era stato anonimo: nessuno sapeva che un signore inglese di origine ebrea, che nel 1988 aveva già più di 70 anni, mezzo secolo prima aveva salvato qualcosa come 700 bambini dall’Olocausto, mettendoli su un treno da Praga a Londra, e trovando loro un tetto e un letto. La strategia? Convincere i tedeschi a “lasciar passare” inosservata l’operazione e, sotto un altro fronte, reclutando ospiti inglesi consenzienti per i più piccoli.
Secondo alcuni sono complessivamente 6mila, tra salvati e discendenti, le persone che devono la vita a Winton, eroe “per caso”, da quando la moglie scoprì un fardello di fotografie e carte che documentavano l’impresa. Storie d’altri tempi.
«Non sono un eroe, perché non sono mai stato in pericolo», ripeteva spesso. Già, il pericolo: forse lavorare senza mitra spianati contro l’aveva convinto che la sua azione più che eroica sarebbe stata “solo” di tutela, di amore verso il prossimo. 
Broker alla borsa di Londra, fiutò il pericolo andando nella Capitale ceca con un amico “per sbaglio”, dopo essersi fatto convincere a cambiare meta rispetto ad una vacanza tra la neve delle Alpi Svizzere. Un viaggio giusto, come quelli che regalò ai piccoli dell’est europeo, prima che cominciasse la mattanza. Se questo non significa essere eroi…(MB)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui