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La primavera araba era stata segnata dalla comparsa, pressoché infinita, di graffiti. Rimossi, osteggiati dal potere, cancellati: l’urban art, come spesso ricordiamo anche su queste pagine, torna prepotente laddove le situazioni di crisi sono più o meno profonde, dove si fa la storia in una polveriera.
La Grecia, sul punto di non ritorno ma oggi ringalluzzita dal “No”, non ha fatto eccezione e ora, dopo le centinaia di murales per rinegoziare la strategia di aiuti dall’Europa, e spesso anche anti-euro, dovrà cambiare rotta.
Cosa resterà della vernice dopo la troika e dopo i diktakt di Angela Merkel? Come poter risanare le angosce colorate da dozzine di artisti? Come parleranno, insomma, i muri, in questo primo giorno di un cambiamento che sembra destinato a portare a galla orizzonti mai sviluppatisi nella storia recente, e non? Bombolette in mano, tra pochi giorni un sicuro verdetto anche su questo fronte!