12 luglio 2015

Fino al 18.VII.2015 Nero su Bianco American Academy in Rome, Roma

 

di

Estate 1993. Nel giardino di Villa Aurelia una tenda militare ospita Blue Blood l’opera di David Hammons che consiste in  una maschera africana appoggiata su un tronco d’albero , dalla quale scende un rivolo di sabbia del deserto. Un’immagine forte e poetica, malinconica  ma incisiva, che Robert Storr definisce come un esempio della continua diaspora che spinge individui , gruppi e culture a muoversi dall’Africa verso l’Italia e l’Europa. 
Dodici anni dopo l’Accademia Americana presenta una delle mostre più interessanti e riuscite di questi mesi, “Nero su Bianco”, curata da Lyle Ashton Harris, Peter Benson Miller e Robert Storr, che intende ‹‹indagare sull’eredità degli artisti e studiosi afro-americani presso l’Accademia Americana e riflettere sulle fondamentali relazioni tra gli Usa, l’Italia , Roma e l’Africa››, come sottolinea Marc Robbins, presidente dell’Accademia. 
Le opere di 24 artisti divisi in 5 sezioni costruiscono il percorso espositivo, che si snoda con discrezione e suggestione dal giardino di fronte all’Accademia alla galleria fino al criptoportico , attraverso un racconto che oscilla tra provocazione e ironia, testimonianza e poesia, documentazione e cronaca, evocazione e memoria, mantenendo un livello di qualità costante e puntuale. ‹‹Molte opere in mostra -dichiara Benson Miller- si interrogano non solo sulla natura dei cambiamenti demografici che coinvolgono l’Italia, ma anche i fattori che determinano lo status e i diritti – o l’assenza di questi – delle popolazioni italiane non bianche e le recenti ondate di immigrati che approdano con impressionante frequenza sulle sue coste››. Un dialogo che coinvolge quindi non solo artisti americani ma sudafricani, nigeriani, palestinesi, inglesi, giamaicani e, ovviamente italiani, rappresentati da opere selezionate con estrema cura, caratterizzate da una “discrezione consapevole” rara in collettive di questo genere, con risultati a volte più significativi di All the World’s Futures, la biennale curata da Okwui Enwezor, che costituisce un’inevitabile pietra di paragone per “Nero su Bianco”.  
Nero su Bianco, Nari Ward, Staller
I punti forti? Premesso che la mostra va visitata con la giusta attenzione in ogni sua tappa, segnaliamo alcune opere da non perdere, a cominciare dall’intenso dialogo tra il magnifico video di Lorna Simpson Cloudscape (2004) che vede protagonista l’artista Terry Adkins, prematuramente scomparso nel 2014, del quale è esposta la scultura a parete Greater Deeps (1995). Molto attuali sia il progetto di Emily Jacir Stazione (2008-2009), che mostra i nomi delle fermate del vaporetto sul Canal Grande scritte in arabo, che le installazioni povere e minimaliste di Sanam Okudzeto, quei Portes-Oranges legati all’attività dei venditori di arance nei mercati romani, con un sottile riferimento a Marcel Duchamp, che trovano un ideale contrappunto nell’opera di Francesco Arena Passi (2015): una riflessione sulle distanze reali e simboliche che separano Lampedusa dalla terraferma. Interessanti le opere video, che propongono narrazioni complesse e articolate: si passa dall’ironia di Morositas (2015), dove gli Invernomuto analizzano lo stereotipo sessuale della “venere nera” in Italia, mentre Capo Portiere Bonjour (2010) girato da Elisabetta Benassi documenta l’arrivo di una nave carica di clandestini sulla costa del basso Lazio, e Theo Eshetu, artista italiano nato in Etiopia, filma il trasferimento dell’obelisco di Axum da Roma ad Addis Abeba (The return of the Axum Obelisk, 2009). Ironici e ambigui i collage di Lyle Ashton-Harris, Appunti per l’Afro Barocco (2015) dedicati all’iconografia di calciatori e sportivi, così come gli Scarti (2013) di Broomberg & Chanarin e gli Staller (2013), amache da passeggio di Nari Ward. Se appare un pizzico troppo macchinoso, ma comunque efficace, il container di Giuseppe Stampone, Stargate (2015), la fotografia di Carrie Mae Weems, The Edge of Time-Ancient Rome (2006), si impone come una vera e propria icona simbolica, nella sua austera e rarefatta eleganza, di questa ottima rassegna. Eccellente anche il catalogo, pubblicato da Nero, che avrebbe forse meritato anche una traduzione italiana.
Ludovico Pratesi
mostra visitata il 26 maggio 
Dal 26 Maggio al 18 Luglio 2015
Nero su Bianco
American Academy in Rome – Via Angelo Masina 5, Roma
Info: www.aarome.org

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