26 luglio 2015

A Pompei la si è fatta grossa davvero? Sul caso prende parola anche Renzi, inneggiando al bisogno di trovare nuova “responsabilità”

 

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Il fine ultimo del discorso è una sorta di campagna elettorale che abitui anche i cittadini all’idea che il Governo taglierà le tasse, stavolta sul serio.
Su questo staremo a vedere, ma fatto sta che anche il Premier Matteo Renzi ha preso i disordini di Pompei, e ricordiamolo anche di Villa Borghese a Roma, per ricordare che viviamo in un Paese che di fronte a certi situazioni “fa vergognare”.
«Fa male come lo sciopero di Alitalia: nessuno mette in discussione il diritto all’assemblea sindacale o allo stop. Ma c’è anche bisogno di buon senso e di responsabilità. Io non ce l’ho con i sindacati. Ma se continua così dovremo difendere i sindacati da se stessi. L’assemblea di venerdì a Pompei, in quelle modalità, in quelle forme, è semplicemente scandalosa. Continueremo a lavorare per Pompei, nonostante loro», sono state le parole del Primo Ministro.
Immediata la reazione dei sindacati che, negli enti di Cisl e Uil si sono detti d’accordo con Renzi, e che “il sindacato confederale e in particolare la Cisl ha sempre avuto un ruolo responsabile”, secondo una nota della segretaria Annamaria Furlan. Ma allora chi risolve i problemi dei lavoratori, se a Pompei c’è da lavorare “malgrado Pompei”, e se le riforme ancora non sono sufficienti? Già ce lo vediamo Matteo Renzi, con un “stiamo lavorando per voi”. E il più grande sito archeologico europeo sta aspettando! 

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