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Solo pochi giorni fa è partito il totoscomesse sui prossimi spostamenti di Ai Weiwei, di nuovo in possesso del suo passaporto. Ma chi giurava che il primo “giro” sarebbe stato alla Royal Academy di Londra, dove l’artista cinese avrà una mostra a settembre, forse dovrà ricredersi.
Il Regno Unito per ora ha negato il visto a Weiwei per aver omesso la sua “condanna criminale”. L’artista, in realtà, detenuto nel 2011 per 81 giorni, non ha mai avuto una condanna criminale, anzi, secondo gli esperti di diritto internazionale la sua condanna era stata assolutamente illegale. E allora? E allora la Gran Bretagna concederà all’artista un visto “turistico” diciamo, di soli venti giorni.
Ma quale potrebbe essere il vero motivo di così tanta durezza? Forse perché il governo inglese sta cercando di recuperare il rapporto con quello cinese, incrinato da una visita del Dalai Lama del 2012, e il prossimo ottobre a Londra arriverà il presidente cinese Xi Jimping: un visto di sei mesi potrebbe rappresentare un ulteriore precedente “scomodo”. Venti giorni non farebbero invece male a nessuno: dopo l’opening via, dritto a casa, o dovunque, ma non in suolo britannico!