04 agosto 2015

La cacciata del Re

 
Sembra una favola quella successa in Costa Azzurra: 150mila firme hanno "scacciato" il Re cattivo, ricchissimo, colpevole di aver "sequestrato" una spiaggia alla comunità. Una lezione bella e buona, sul bene comune

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Il popolo francese, si sa, è in grado di far valere i propri diritti. Scende in piazza, protesta, non si arrende: barricadero, sciovinista, ma sempre con grande lucidità. Stavolta la rivoluzione l’hanno fatta in Costa Azzurra, dove nelle ultime settimane erano piovute polemiche di fuoco per l’arrivo del re saudita Salman bin Abdelaziz Al Saud, che aveva preso una grande tenuta adiacente alla spiaggia della Mirandole (sede delle nozze di Rita Haywort con Aly Khan, principe del Pakistan) e non pago si era anche appropriato della striscia di sabbia e scogli.
Ne è nato un putiferio: primo perché la spiaggia è sotto il demanio pubblico, secondo perché il sovrano, insieme al suo seguito di mille persone, aveva proprio fatto interdire l’accesso ai bagnanti “comuni” e fatto scempio del paesaggio montando una sorta di grezzo ascensore (esteticamente parlando) proprio in bella vista sulla scogliera. 
Risultato? Una violentissima polemica e 150mila firme che hanno chiesto al Signore saudita di levarsi dalle scatole, per non dire altro, e di riaprire la spiaggia al pubblico. Vuoi che sia perché la partenza era programmata (anche se il sovrano doveva pernottare nella villa per tutto agosto), vuoi perché Salman si è sentito un po’ “infastidito”, fatto sta che il Re ha tolto il disturbo dopo solo una settimana di permanenza. Prossima destinazione? Marocco, dove forse, purtroppo, troverà più d’uno ad assecondare queste manie di grandezza. Per noi, invece, resta valido il motto: vive la France! (MB)

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