Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Da nord a sud, “si torna ad investire” sui beni culturali, per usare le parole del Ministro Franceschini, che stamattina ha presentato il piano “Grandi Progetti”, previsto dalla legge Art Bonus.
80 milioni in totale, nel biennio 2015-2016, che serviranno per il completamento dei grandi musei nazionali e, nota di merito, per evitare di avviare nuovi cantieri prima di aver concluso quelli in corso.
Ad avere la meglio sono le regioni del centro nord, anche perché il sud ha già visto stanziati qualcosa come 490 milioni di euro, in cinque regioni (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) grazie al PON (Programma Operativo Nazionale) e che coinvolgeranno Museo archeologico di Napoli e Reggio Calabria, la Reggia di Caserta, il Real sito di Carditello, il museo e parco archeologico di Sibari, i Castelli Svevi di Bari e Trani.
Dove andranno a finire i fondi, approvati dal consiglio del Mibact. In dodici aree.
Per il completamento dei musei, tra incrementi di spazi espositivi, restauri, valorizzazioni e “incombenze” varie ed eventuali, 18 milioni saranno destinati ai Grandi Uffizi; 7 milioni al Polo Reale di Torino (foto in home page); 7 milioni di euro per il Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara (“la cui realizzazione deve essere accelerata per rispondere ad una domanda in costante crescita”, si legge nella nota rilasciata dal Mibact); 5 milioni al Museo delle Navi di Pisa (“per alleggerire la pressione sulla Piazza dei Miracoli ed incrementando notevolmente l’attrattività della città”); 2 milioni di euro per il Museo di arte contemporanea di Palazzo Ardinghelli all’Aquila, con la conseguente creazione di un polo per l’arte di oggi; 1,5 milioni di euro per il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e 1 milione alla Villa romana di Spello.
Ma non è finita: al Colosseo, fiore all’occhiello e cavallo di battaglia della nuova politica culturale di Franceschini, andranno 18 milioni per la ricostruzione dell’Arena (foto sopra); 7 milioni alla Certosa di Pavia; 7 milioni di euro per l’Arsenale Pontificio di Roma, per una mission molto particolare: “Per realizzare un polo per l’arte contemporanea e le performance di giovani artisti italiani da destinare anche alle attività espositive della Quadriennale di Roma e creare residenze per giovani artisti italiani”; 3 milioni per il Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa, per le ovvie ricadute sul territorio nel centenario della prima grande guerra e, infine, 3 milioni di euro per il Museo archeologico dei Giganti di Mont’e Prama a Cabras, con un futuro modello di gestione condiviso tra MiBACT e enti locali. Parecchia carne al fuoco, sperando che la “rivoluzione” diventi reale anche nei programmi, e che tutto non si risolva nella messa in posa di splendide (vedremo a tempo debito) scatole vuote.