05 agosto 2015

Viva la Rai?

 
In viale Mazzini, alla Rai, sette nuove posizioni ai vertici. E tra le polemiche infuocate, e un Partito Democratico sempre più spaccato, subentra una sola quota rosa, e anche un po' d'arte.

di

Il suo nome è Rita Borioni, e ha avuto il ruolo di vice responsabile cultura del Pd, e per le commissioni Cultura di Camera e Senato. Classe 1965, è l’unica donna del nuovo CdA della Rai, ed è anche l’unica preparata nel campo dell’arte, come storica, e oggi è assistente per le politiche culturali, della scuola, dell’università e della ricerca del Presidente della VII Commissione Cultura del Senato. Autrice di Proteggere il Bello, su Radio 3, ha anche ideato e condotto il programma Stendhal, per RED TV.
Non basta però a fermare le polemiche: prima di tutto perché Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera (proposto dalla minoranza Dem) non è stato fatto passare dalla Commissione di Vigilanza, e in secondo luogo perché sui sette nominati 5 sono dell’area “sinistra”: Carlo Freccero, proposto da M5S e Sel, Guelfo Guelfi, Borioni, Franco Siddi per il PD, Paolo Messa, candidato dall’area centrista, mentre per il centrodestra solo Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca. Ora mancano altri due nomi, di pertinenza del Governo, ma la polemica è servita: la Rai, ancora una volta, è un “canale” partitico. De Bortoli, secondo Michele Gotor, della minoranza Pd «Avrebbe dato lustro al Pd, alla proposta politica del governo e alla Rai», mentre Roberto Fico, Presidente della Commissione Vigilanza, se l’è presa con Renzi: «Altro che Rai indipendente, il Premier costringe i suoi rappresentanti a votare persone che sono dentro i partiti. Il quadro è desolante: nel Cda ci sono persone che devono rispondere a un preciso intento. Renzi dice “liberiamo la Rai dai partiti”, e poi ci ritroviamo le nomine di amici di famiglia, spin doctor, assistenti di partiti». Per Freccero, invece, arrivano i complimenti per quella che è la sua figura professionale, un “patrimonio” per la televisione pubblica italiana. Dell’arte? Forse ce ne faremo ben poco, ma in Italia, guardando ai fatti, ci si potrebbe quasi accontentare. (MB)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui