07 agosto 2015

Portare un regalo al mare

 
A Talamone è nata la “Casa dei Pesci”. Blocchi di marmo scolpiti da artisti calati nel mare e abitati dai pesci. Mentre agli umani è riservato un turismo culturale subacqueo

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Un titolo, quello de “La Casa dei Pesci”, semplice come il suo ideatore: Paolo Fanciulli. Nomen omen, un uomo con l’animo puro come quello di un fanciullo. Si tratta di un progetto tutto italiano, di base a Talamone, sulla costa toscana, tra Grosseto e l’Argentario, che non solo colpisce per la finezza dell’idea, per il fatto che è a sostegno dell’ambiente e per l’intento del tutto no-profit, ma anche per il sogno, il desiderio che racchiude in sé: «creare uno spazio di sostenibilità tra natura e pesca, bellezza naturale e artistica, tra protezione e fruibilità; di crearlo nel mare, per portare tutti a guardare al suo interno e scoprire che vi è tanta bellezza che trascuriamo», spiega Paolo Fanciulli.
Dunque, un progetto con un triplice ambizioso obiettivo: proteggere l’ambiente marino e creare le condizioni per il ripopolamento ittico; diffondere la conoscenza del mare e dell’ambiente marino; attrarre turismo (subacqueo) in tutte le stagioni. E l’arte, come spesso accade, ne è il mezzo.
Il primo punto, che già contiene in sé il secondo, è ottenuto grazie al posizionamento in mare di una serie di blocchi di marmo (naturalmente provenienti dalla vicina Carrara) che hanno lo scopo di favorire il ripopolamento della flora e della fauna marina e di impedire una delle pratiche più odiose e dannose: la pesca a strascico.
Il turismo subacqueo sarà la naturale conseguenza, dato che i blocchi di marmo, prima di essere collocati in mare, passeranno per le mani di alcuni tra i più noti scultori del panorama nazionale ed estero, quali Emily Young, Giorgio Butini, Massimo Catalani e Massimo Lippi. Tutti noti, ma tutti anche in qualche modo radicati al territorio locale. Infatti l’iniziativa ha potuto prendere vita grazie alla comunità così come ad associazioni, tra cui Greenpeace, vero e proprio faro per la difesa dell’ambiente e dei crimini ambientali, mica male.
La Casa dei Pesci
Ma entriamo nel dettaglio. Come in tutte le iniziative no-profit che si rispettino, agiscono anche dei generosi benefattori. A quest’ultimi viene dedicata, in forma di targa bronzea, l’intera scultura. Il nome del mecenate e quello dell’artista sono legati inesorabilmente, sul fondale marino, per tempo illimitato.
In tutto sono 100 i blocchi in marmo da posizionare nella zona antistante il Parco Naturale della Maremma, che andranno a creare dei veri e propri parchi di sculture subacquee, estendibili fino a Castiglione della Pescaia e Punta Ala, non troppo distanti dalla costa, così da formare un nuovo tipo di turismo culturale. I blocchi di marmo scolpiti diventeranno nuove case per i pesci, raggruppati in diverse aree della costa toscana per agevolare l’escursionismo subacqueo-culturale.
L’altro segmento del progetto è la dissuasione verso la pesca illegale. La Maremma è una delle zone meno illuminate di notte in Toscana per via della sua scarsa popolazione. Ma inversamente proporzionale è il tasso di pesca illegale praticata, con un danno che causa un’alterazione dei processi di rigenerazione dell’habitat marino. I blocchi, non più di 15 e di parecchie tonnellate ciascuno, vengono posti più lontani e ad una profondità maggiore rispetto a quelli descritti prima. Inoltre, a differenza dei loro fratellini minori, non si trasformeranno in opere d’arte. Data la loro profondità e soprattutto il loro scopo – impedire la pesca a strascico – sulle loro lisce superfici vengono incisi solo segni bidimensionali o tracciati colori che sbiadiranno col tempo, lasciando però inalterata la loro funzione.
La Casa dei Pesci
“La Casa dei Pesci” va ad inserirsi in un panorama che sta andando radicalmente a modificarsi, in cui è il singolo e non più le grandi aziende, le strutture statali, ad avere la forza (a volte anche solo dell’idea giusta), di trasformare una situazione stagnante e degradante, per ricavarne un nuovo scenario, sostenibile e rigenerato. Un esempio di questo nuovo modo di concepire il ruolo del singolo in rapporto con l’universo che lo circonda ci giunge da un’idea che ha fatto il giro del mondo, quella di The Ocean Cleanup (http://motherboard.vice.com/it/read/un-diciannovenne-olandese-salver-) che, tramite una campagna di crowdfounding, ha raccolto   2 milioni di dollari e che, anche se non prevede l’arte, ha lo scopo di salvaguardare l’ambiente in cui viviamo.
Ci piace immagiare “La Casa dei Pesci” diventare un progetto worldwide da inserire là dove la pesca illegale continua a minacciare l’ambiente e centinaia di nuovi parchi scolpiti da visitare insieme ai pesci del luogo, in un’unione forte e indivisibile tra il mare, i suoi abitanti e l’uomo. Non solo un sogno quindi, ma una realtà concretizzabile su larga scala. Per fare questo, servono artisti disposti a spendersi per la causa. “La Casa dei Pesci” li sta cercando e chissà che questo bel progetto non possa diventare in futuro una residenza, crescere attraverso il web e le sue possibilità, muoversi per proteggere altri luoghi grazie alle masse, sempre più disposte a sostenere lo sviluppo, in qualsiasi forma si presenti.
Greta Scarpa

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