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Rinviata a lungo, ecco la soluzione: il Grand Egyptian Museum, che aprirà nel 2018, sarà posto sotto gestione internazionale, indipendente della burocrazia del governo egiziano. Un sospiro di sollievo per una delle istituzioni-chiave del prossimo futuro nel Paese del Mediterraneo, che avrà anche un direttore nominato da un consiglio di amministrazione lontano dalle forze al Governo, proprio per scongiurare crisi e instabilità varie ed eventuali.
L’istituzione seguirà l’esempio della Biblioteca di Alessandria, che opera sotto uno speciale atto parlamentare che concede l’indipendenza amministrativa.
Ed è di questi giorni anche la notizia dello sblocco dei lavori, dopo la crisi di fondi dello scorso marzo: grazie ad un prestito di 330 milioni di dollari da parte del Giappone, il museo è stato in grado di finanziare il completamento di un nuovo centro di conservazione, dove sono già in fase di restauro manufatti danneggiati che entreranno nella collezione permanente. Vedremo come andrà a finire questo nuovo scorcio faraonico.