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Che sia una delle fiere più importanti per l’Urban Art, di fronte a certe notizie, passa in secondo piano. O forse no, perché così come promuove l’arte dei “graffiti”, per semplificare i termini, la Moniker Art Fair di Londra prende in considerazione la possibilità di diventare in qualche modo “attivista” di una particolare forma economica: quella che permette il pagamento con moneta digitale.
Di che stiamo parlando? Di quelli che vengono chiamati i bitcoin, ovvero la moneta elettronica creata nel 2009 e che non fa uso di una banca centrale ma di un database distribuito tra i nodi della rete, che sì tiene traccia delle transazioni, ma che rendono impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, sia di bloccarne il flusso, sia di sequestrare bitcoin ai legittimi possessori o di svalutare il sistema creando nuova moneta.
Tantomeno risulta impossibile controllarne il valore a causa della natura “decentralizzata”, in quello che è il metodo di creazione della valuta.
Verrebbe da dire che si tratta di roba da hacker quasi, ma certamente è un incentivo – seppur di non facile comprensione all’atto pratico, del funzionamento del sistema – per i collezionisti più scaltri.
E così dal 15 al 18 ottobre alla Old Truman Brewery, a East London, forse si darà un nuovo inizio al mercato dell’arte, per la prima volta in una fiera. Non sotterraneo, ma visibile solo agli “addetti ai lavori”.