31 agosto 2015

Fino al 15.XI.2015 Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei Ara Pacis, Roma

 

di

“Aqua fora, vinum intro”. Via l’acqua, benvenuto il vino. Il Satyricon la dice lunga sull’arte enogastronomica dell’antica Roma che in occasione dell’Expo tira fuori i suoi segreti in cucina.  Dipinti a tessere su molti mosaici c’erano ceci, mandorle e pane (ogni giorno 35 kg di grano gratis) ma anche vini pregiati come quelli campani, o più alla portata di tutti come quelli trasportati in grandi anfore dalla Grecia, da Creta o da Cipro. L’olio arrivava dall’Andalusia, e per il miele si preferiva quello greco. Il famoso garum (salsa a base di interiora di pesce) viaggiava dal lontano Portogallo o dall’Africa. Per la rotta Alessandria Roma solo 3 giorni di viaggio.
Erano questi i prodotti a largo consumo che nutrivano l’Impero. La plebe si fermava a mangiare “street food” in un’antica caupona o popina, mentre i ricchi se ne stavano appollaiati su lunghi triclinia e usavano fastosi corredi da tavola come quelli in mostra all’Ara Pacis dal tesoro di Moregine e di Ildesheim.
Resti organici di focacce di pane da Ercolano (Ercolano, inv. 77618/2322)
Fino al 15 novembre, “Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma a Pompei”, ripercorre non solo gli usi alimentari degli antichi romani o i mezzi con cui si trasportavano cibi e bevande (anfore e casseforti, bellissima quello di Oplontis) ma svela pure i prezzi al mercato di Pompei dell’ultimo giorno, il 24 agosto del 79 d.C.: si possono infatti vedere i resti carbonizzati di pane, ceci, piselli.
Le navi stracariche (ce n’è una ricostruita in miniatura) approdavano al porto di Traiano o all’antica Puteoli e poi smerciavano su grossi vasi le provviste necessarie, soprattutto il grano alla Porticus Minucia (oggi Largo Argentina). Sul sarcofago dell’Annona (pezzo forte dell’esposizione) accanto alla raffigurazione dell’Africa (con le spighe di grano) e a Portus, è scolpita la tessera frumentaria, una tabella che veniva consegnata ai 200.000 cittadini uomini residenti nell’Urbs.
Insomma, tra pietanze e ricostruzioni, antichi sapori e dagli scrittori latini, quello che viene fuori è tutto quello che c’è dietro alla filosofia del banchetto che, va detto, i Romani avevano ereditato dagli Etruschi. Tra mulsum (il vino mielato) i fichi secchi e i formaggi, la carne, e i cibi precotti (vietati da Nerone a favore di verdure e legumi) si mette sotto gli occhi dei romani di oggi quanto siamo ancora antichi e se le grattachecche vanno ancora forte nella capitale non era tanto diverso sotto l’Impero!
Anna de Fazio Siciliano 

Dal 2 luglio al 15 novembre 2015
Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei 
Museo dell’Ara Pacis, Nuovo spazio espositivo Ara Pacis, Roma
Orari : tutti i giorni 9.30-19.30

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui