03 settembre 2015

L’arte buona. Dopo Hirst anche Kapoor, Gormley e Emin donano opere per salvare Kids Company. Ma l’organizzazione, che aiuta bambini in difficoltà, è accusata di mala gestione

 

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Anish Kapoor, Antony Gormley e Tracey Emin hanno donato lo scorso luglio alcune opere per salvare la famosa organizzazione benefica Kids Company, proprio qualche settimana prima della chiusura e dopo le aspre polemiche sulla sua gestione finanziaria e amministrativa. 
L’organizzazione londinese, fondata nel 1996 da Camila Batmanghelidjh (nella foto) per aiutare bambini e adolescenti svantaggiati, è andata in amministrazione controllata il 5 agosto, prima che le opere fossero vendute. Il ricavato si inserirebbe negli 8 milioni di sterline ricevuti da Kids Company per il salvataggio da diversi donatori. 
Nel mondo dell’arte Damien Hirst è stato uno dei sostenitori più generosi dell’organizzazione, elargendo più di 2 milioni di sterline in 7 anni. Altre 900mila sterline sono arrivate dalla vendita all’asta da Christie’s di un dipinto dell’artista nel febbraio 2014, senza contare il contributo professionale e umano di Hirst al programma di arte terapia della charity londinese. 
La Royal Academy e la Tate Gallery hanno collaborato in più di un’occasione con Kids Company organizzando mostre ed eventi dedicati a bambini e teenager. Anche i Coldplay sono stati molto attivi nel supportare l’organizzazione, arrivando a donare 10 milioni di sterline. Batmanghelidjh ha respinto le accuse di mala gestione e ha difeso le modalità operative di Kids Company, sebbene una commissione governativa continui a indagare sulle accuse rivolte alla dirigenza. Il prossimo 30 settembre sono attese nuove considerazioni da parte delle autorità che aiuteranno a far luce sul futuro dell’organizzazione. 

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