24 settembre 2015

Fino al 30.X.2015 Teste Ben Bloomstein, Matt Kenny, Rand Hardy, Tristano di Robilant Galleria Alessandra Bonomo, Roma

 

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Head (hɛd) npl head.
Trentasei fra significati, usi comuni, abbreviazioni. Trentasei sono i punti che il dizionario inglese necessita per spiegare, in modo quanto più possibilmente esaustivo, il significato della parola testa, un termine semplice, largamente presente nelle conversazioni di conversazioni su differenti registri formali, che racchiude – contrariamente a quanto si potrebbe pensare – trentasei risposte diverse.
Con questa definizione la Galleria Alessandra Bonomo invita il proprio pubblico a visitare la sua nuova mostra, dal titolo Teste non a caso, lasciando che una pagina di trentasei punti prenda il posto di un comunicato stampa ricco di informazioni su artisti e opere in mostra. Quattro sono gli artisti chiamati ad interpretare il tema in oggetto: in perfetto stile americano – per questo progetto, infatti, la Galleria ha collaborato con lo spazio newyorkese della The National Exemplar Gallery – il white cube è lasciato nelle mani delle opere che, in un dialogo ordinato, interpretano diversamente il senso del termine testa.
Per Ben Bloomstein la testa è simile a una casetta sull’albero, di quelle fatte per ospitare gli uccelli. Uno spazio chiuso, a volte soffocante, in cui non vi è apertura se non quel minimo oblò in grado di poter lasciare libero il passaggio dell’aria, ma che è anche un reticolato aperto, al centro del quale c’è un nucleo interno, quello delle radici della famiglia, pronto a germogliare. 
Ben Bloomstein, Teste, vista della mostra
Rand Hardy si concentra sulle fattezze della testa stessa, che nei disegni appare come una creatura dotata di un grande occhio pensante e nella scultura – realizzata con l’accurata tecnica dell’acquaresina, prima modellata e successivamente dipinta col pigmento azzurro – somiglia ad un animale fantastico.
Tristano di Robilant torna a realizzare le sue forme astratte in vetro e bronzo, in cui la fragilità della materia è percepibile ma non pregnante, lasciando che essa non diventi sinonimo di debolezza ma di leggerezza e sinuosità. In Grey over Red il vetro è modellato come a somigliare al capo su di un corpo, all’interno del quale torna un nucleo rosso, forse un cuore, forse ancora centro generatore di tutte le cose, come per Bloomstein. 
Con Matt Kenny le teste si trasformano in grandi tubi colorati e lucidi, diversi l’uno dall’altro ma in qualche modo concatenati nella loro ripetizione, quindi indispensabili l’un l’altro. Così come una testa corrisponde ad un ‘io’ pensante diverso dagli altri, ma comunque frutto della compensazione reciproca.
È per Walt Whitman la piccola dedica su carta che Kenny decide di fare, un ritratto di quell’uomo e grande poeta che ha saputo mettere l’uomo al centro della propria opera creativa. 
Ecco allora che tutto appare più chiaro: seppur sotto forme diverse, seppur provenienti da percorsi e generazioni differenti, i quattro artisti giungono a raccontare la stessa cosa. Oltre ad essere l’apice del corpo, la testa è il fulcro dell’artista, dell’ispirazione, dell’immaginazione, della creazione artistica. 

Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 4 giugno 
Dal 4 giugno ad ottobre 2015
Teste
Ben Bloomstein, Matt Kenny, Rand Hardy, Tristano di Robilant
Galleria Alessandra Bonomo
Via del Gesù, 62 – 00186
Orari: martedì – venerdì 12.00-19.00, sabato 14.00-19.00 
Info: mail@bonomogallery.com, www.bonomogallery.com 

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