06 ottobre 2015

Farsi la “permanente” gratis, al MAXXI si può! Recuperando i ritardi e aprendo ai privati, Enel in testa. Ecco le nuove sfide del museo

 

di

Il MAXXI dunque si fa la “permanente” (non ai capelli, ma intendendo la collezione) e gratis. Questo lo spot che inaugura un nuovo corso nella strategia del Museo, presentato stamani in conferenza stampa. Accanto ai padroni di casa, Giovanna Melandri e Hou Hanrou, erano presenti Patrizia Grieco e Federica Galloni, la prima Presidente di ENEL, e direttrice della Direzione Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MIBAC la seconda. Con una fugace ma significativa apparizione finale del ministro Dario Franceschini
E proprio qui stanno le novità più forti esposte con orgoglio da Melandri: oltre l’apertura (finalmente!) di un’area del museo dedicata alla collezione permanente di arte e architettura, nella galleria 4, e gratuita dal martedì al venerdì (prima apertura nella Giornata del Contemporaneo, sabato 10 novembre), il MAXXI accoglie per la prima volta un socio privato, ENEL, che contribuirà in diversi modi all’evoluzione futura del museo.
Arte a parte, ENEL traghetterà per esempio il museo verso una migliore gestione energetica che taglierà i consumi (e le spese) del 50 per cento, oltre finalmente a portare la struttura verso quei canoni di sostenibilità che erano stati completamente trascurati nel progetto iniziale (ah! altri tempi in cui non ci si doveva preoccupare delle lampadine a basso consumo!) rendendola meno «drammaticamente energivora», per usare le parole della Presidente della Fondazione MAXXI.
Oltre il gap energetico, si vuole colmare un altro gap: quello dei rapporti con i soggetti e il territorio.
Da un lato, l’apertura a privati, tra cui le fondazioni Nomas e Giuliani per l’Arte Contemporanea, che collaborano rispettivamente all’installazione Barka di Sisley Xhafa e al progetto “L’albero della cuccagna” curato da A.B.O. che porta al MAXXI Pedro Cabrita Reis. Ma che soprattutto colma un vuoto nelle dinamiche pubblico-privato, dove una barriera era stata costruita da «dibattiti tardo ideologici», per dirla con il Ministro.
Dall’altro, il recupero di un gravissimo ritardo del Paese nel definire e nutrire una sua identità contemporanea, purtroppo sinora stoltamente trascurata in favore di quella antica e storica. E ciò dovrebbe avvenire, stando all’invito di Franceschini, anche attraverso la riqualificazione urbanistica del distretto di Roma dove sorgono il MAXXI, il Ponte della Musica e l’Auditorium, potenzialmente un grande polo del contemporaneo, da dotare con più efficienti mezzi di trasporto e altre infrastrutture. Si parla anche di recupero e riapertura del vecchio Arsenale Pontificio di Roma ad uso degli artisti contemporanei: speriam bene, e aspettiamo al varco come nostra abitudine, per vedere se avverrà la da noi tanto auspicata trasmutazione delle parole in fatti.
Spazio ai privati dunque, intesi anche come collezionisti e donatori, invitati dallo chef Carlo Cracco (video-apparso come testimonial) alla cena di gala del 9 novembre (cosa c’è di meglio di stare in mezzo all’arte e al cibo, ammicca in video il neo testimonial dell’arte Cracco?) per la raccolta di fondi. Che saranno utilizzati per l’incremento della collezione del MAXXI, e dunque per il rafforzamento dell’identità del museo.
Del resto, come ha ricordato ancora Franceschini, l’Art Bonus sta funzionando bene per i Comuni, per le piccole e medie donazioni, e meno per le grandi imprese.
Hanrou ha poi presentato le nuove mostre, in apertura a dicembre: “Istanbul. Passione, Gioia, Furore” ribadirà la vocazione del MAXXI a ponte verso il mediterraneo, dopo la scorsa mostra sull’Iran; e la innovativa “Transformers. Choi Jeong-hwa, Didier Fiuza Faustino, Martino Gamper, Pedro Reyes” che radunerà le opere di quattro ibridi artisti-designers, mostrando quanto a volte siano labili i confini tra le discipline.
Ah, e complimenti a Hanrou, che per la prima volta ha presentato in italiano, «Felice di essere radicalmente aperti», ha detto il direttore a proposito della possibilità di vedere gratis la collezione. E felici per una volta (ma sempre con cautela) lo siamo anche noi. (Mario Finazzi)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui