08 ottobre 2015

#arthoney. Miart sceglie l’operosità e la dolcezza, con una nuova comunicazione legata al tema dell’apicultura

 

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Per una fiera d’arte è quantomai importante l’immagine che si sceglie di darle, giusto? Giustissimo, ed ecco che l’ormai consolidata Miart di Vincenzo De Bellis, quest’anno con l’ingresso del vicedirettore Alessandro Rabottini, sceglie un nuovo tema decisamente “artsy”.
L’immagine che accompagnerà la 21esima edizione sarà infatti quella dell’apicultura: a metà tra il trendy e il bucolico, Mousse, che dal 2013 si occupa dell’identità visiva della fiera, ha preso ancora una volta spunto dal rapporto tra l’uomo e il mondo naturale e animale, dopo le tematiche del laboratorio, della falconeria e della pratica venatoria.
I riferimenti, ovviamente, sono ai galleristi come apicoltori che si prendono cura e diffondono la produzione; agli stand come alveari; ai collezionisti e operatori che si radunano in fiera come api sul miele, e all’operosità della casa delle api come specchio della milanesità, nonché l’impollinazione primaverile come simbolo del risveglio di primavera (lo spring awakening) con l’arte della città.
Gli autori? La fotografa Bea De Giacomo in collaborazione con il collettivo Rio Grande (Lorenzo Cianchi, Natascia Fenoglio, Francesco Valtolina). E c’è anche un hashtag, già creato, che è tutto un programma di dolcezza: #arthoney. E speriamo anche di affari, visto che honey fa rima con money. Ma di questo avremo modo di parlarne al momento opportuno. Stay tuned!

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