Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il regime dei Khmer Rossi e la dittatura di Pol Pot sono stati quanto di peggio il genere umano abbia conosciuto insieme al nazismo e ai lager staliniani. Al confronto la guerra del Vietnam (tanto per restare nel Sud Est asiatico) fa quasi sorridere. Ma anche dal passato peggiore può nascere qualcosa.
Lo dimostra proprio la Cambogia, Paese di cui si parla poco, a parte il turismo attratto dalla stupefacente area archeologica di Angkor Wat, e ancor meno se ne conosce la giovane arte. E giovane, in realtà, la Cambogia è un po’ tutta: metà della popolazione ha meno di 25 anni. Ora però, fino al 17 gennaio, il Musée de l’Hospice Comptesse di Lille presenta una mostra sulla muova generazione di artisti cambogiani post Pol Pot. Che ne viene fuori? Tecniche contemporanee – foto, video, collage – e immaginario molto legato alla memoria. Ma vale la pena buttarci un occhio, perché è un mondo in crescita, gli artisti cominciano a esporre all’estero. Soprattutto è un mondo nuovo. Dunque, benvenuto.
La foto: Enter the Field A Dance, di Anida Yoeu Ali
Still da video