22 novembre 2015

Fino al 28.XI.2015 Bernardí Roig, La bolannntro’w Marie ­Laure Fleisch, Roma

 

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Ma la palla era dentro o era fuori?
Non lo sappiamo, ma sappiamo di sicuro che la galleria di Marie Laure Fleisch in questi giorni è piena di palle. Da tennis. Già, perché l’artista spagnolo Bernardí Roig, alla sua prima personale nella galleria romana, passa anche attraverso il tennis per raccontarci la violenza, ulteriore capitolo della sua personale parabola della miseria umana (nel frattempo, i freschi fatti di Beirut, di Parigi, fanno sembrare tutto minuscolo in confronto). 
Una violenza che inizia con la rissa tra Caravaggio e Ranuccio Tomassoni, scoppiata durante una partita alla pallacorda – proprio in Via della Pallacorda dove ha sede da qualche tempo la galleria  e finita con l’uccisione del Tomassoni, di cui è esposto in galleria il presunto ritratto in resina. Attraverso una libera associazione, forse un poco artificiosa e banale, l’artista cita poi un evento simile, anche se meno drammatico: la finale di tennis del 1981 a Wimbledon tra Björn Borg e il rissoso (e per questo inevitabilmente simpatico) John McEnroe. Di quest’ultimo, in un video della partita, risuona l’aggressiva contestazione di una decisione arbitrale ritenuta ingiusta che, trasportata foneticamente in spagnolo, dà il titolo alla mostra. Intorno allo schermo tante palle da tennis nere, di resina, e una bianca, di marmo, e al centro della sala un arbitro (metafisico?), nella classica forma di uno degli umani abbrutiti, senza speranza e dal ventre flaccido e grasso, che Roig realizza in resina bianca da qualche tempo, associandoli a lividi e freddi tubi al neon. L’arbitro, dal cappello che ricorda un copricapo papale (ma anche un cappello d’asino), si copre gli occhi dai quali scendono rivoli neri come la pece.
Bernardí Roig, La bolannntro'w, vista della mostra
Tutto intorno, alle pareti, alcuni ritratti disegnati a carboncino (la leggenda narra che i carboncini siano stati ricavati dai resti di un rogo, con cui l’artista bruciò le opere di una sua fase artistica precedente) richiamano certa ritrattistica di nobiltà e alta borghesia realizzata da Ingres, ma soprattutto da Goya. Si tratta di personaggi il cui volto è cancellato o mutilato in una trasformazione diabolica, indubbiamente suggestivi ma ammiccanti in modo troppo facile a certe intuizioni baconiane tra le più horror e inquietanti. Alcuni, almeno nei titoli, vorrebbero essere i ritratti presunti di alcuni protagonisti dell’affaire Caravaggio, come Onorio Longhi o Fillide Melandroni.
Da un lato, la deriva caravaggesca della mostra potrebbe sembrare un facile e furbo pretesto di Roig per adattare il proprio lavoro al luogo, e così rafforzarlo dandogli dignità di operazione site specific; dall’altro, la mostra appare comunque coerente con quell’universo cupo e dostoevskijano, senza speranza né redenzione per l’uomo, evocato solitamente dalle opere dell’artista.
Se poi il discorso di Roig sia onesto o sia solo una posa da maudit, a voi l’ardua sentenza.

Mario Finazzi
mostra visitata il 10 novembre 
Dal 21 settembre al 28 novembre 2015
Bernardí Roig, La bolannntro’w
Marie ­Laure Fleisch,
Via di Pallacorda 15, 00186, Roma
Orari: Da lunedì a venerdì 14:00 – 20:00, sabato 16:00 – 20:00
Info: info@galleriamlf.com

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