23 novembre 2015

La decisione discutibile di Lione. Il Sindaco della città cancella, in segno di “rispetto” per le vittime di Parigi, la Fête des Lumières

 

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Non può avere luogo perché trattasi di una festa poetica, leggera, anche se alcune installazioni resteranno. Lo ha spiegato più o meno in questi termini, il sindaco di Lione.
L’oggetto della questione? L’annuale Fête des Lumières, che ogni anno si tiene il primo week end di dicembre in decine e decine di sedi in città (quest’anno sarebbero state 70), e che non vedrà la luce prima dell’inverno 2016.
La colpa? Degli attacchi terroristici di Parigi, e del rispetto che – secondo il primo cittadino – bisogna portare alle vittime.
Le poche installazioni che resteranno a illuminare la città si contano sulle dita di una mano, e tra le altre ci sarà quella di Daniel Knipper, che propone una serie di informazioni digitali su dipinti famosi. 
Ci sarà, invece, un vero e proprio happening: qualcosa come 200mila candele accese in memoria dei morti di venerdì 13 novembre e una serie di vendite delle stesse il cui ricavato andrà tutto in beneficenza.
E che dire del pubblico, visto che ogni anno il festival attira parecchi visitatori? Questo giro, si presume, saranno praticamente solo cittadini lionesi a prenderne parte. 
Insomma, se sotto un certo punto di vista va bene omaggiare, in questo caso la scelta sembra quasi tradire altre problematiche di un festival che riceve il 50 per cento di finanziamenti privati (e che l’anno scorso si è fatto con soli 2,5 milioni di euro). In ultimo, aspetto più criticabile, c’è lo spegnere una città. Per cosa? Per dare il fianco al buio del terrore? 

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