24 novembre 2015

Ricreare Izolyatsia, a Londra. Saatchi Gallery in prima linea contro il terrorismo in Ucraina, schierando libertà e femminismo

 

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La storia del massacro del Centro d’Arte Izolyatsia, a Donetsk, Ucraina, è nota. La scorsa estate gruppi di separatisti russi fecero irruzione nella struttura, distruggendo le opere in permanenza tra cui sculture di Pascale Marthine Tayou, Daniel Buren, Cai Guo-Qiang (foto sopra) e Leandro Erlich – troppo grandi per poter essere messe in salvo.
In mezzo c’erano anche le sculture in sapone dell’artista Maria Kulikovska, corpi femminili nudi che i guerriglieri sciolsero: Quello che farebbero con tutte le persone non d’accordo sulle loro idee, ha ribadito Kulikovska, che ha riproposto Homo Bulla insieme alle opere di altri 30 artisti emergenti di età compresa tra 18 e 35 del Regno Unito e dell’Ucraina, in mostra fino al 3 gennaio prossimo alla Saatchi Gallery di Londra.
Una vera e propria rivincita nei confronti del terrore, con la Kulikovska che durante l’opening ha fracassato una delle sue sculture con un martello, completamente nuda (foto in home page): «Voglio rispondere ai terroristi che io sono il proprietario del mio corpo e della mia vita. La mia è anche una posizione femminista; nessuno ha il diritto di distruggere immagini di donne».  
Izolyatsia, riaperto a Kiev, non si sa per quanto tempo resterà di nuovo attiva: «Gli artisti stanno lavorando più duramente che mai, perché abbiamo capito che si può fermare la violenza, ma non con le armi», continua Kulikovska, che ha perso casa e famiglia. La galleria inoltre, ha anche lanciato il primo premio Raine Regno Unito, che è stato assegnato quest’anno a Sergiy Petlyuk: il premio di 75mila sterline è messo a disposizione dalla Fondazione Firtash, fondo di beneficenza che promuove la cultura ucraina all’estero.

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