Sarà proiettato il prossimo 2 dicembre nel Courthouse Theatre dell’Anthology Film Archives di New York City il corto She Vanishes (2010) della visual artist e video maker Sara Bonaventura (Treviso, 1982), ultimo atto di una serie di riconoscimenti internazionali quali la première americana di un altro lavoro dell’artista, Moonbow Thief (2010), avvenuta lo scorso 30 settembre sempre presso l’Anthology Film Archives nella sezione “Young Filmmakers” e recentemente selezionato e proiettato a San Francisco presso l’ATA Gallery. Non solo: il video è stato anche notato in territorio nazionale, lanciato lo scorso week end presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Organizzazione no profit e primo museo devoto al film come forma d’arte, l’Anthology Film Archives costituisce un centro internazionale nato negli anni Settanta con l’intento di studiare e preservare l’arte del video, focalizzandosi sul cinema indipendente, sperimentale e d’avanguardia. Con She Vanishes Sara Bonaventura segna il proprio anti-manifesto, un video dai rimandi concettuali ai propri studi di estetica, visual culture e al nonsense dadaista. Il corto è percorso da idiomi e giochi di parole il cui scopo è quello di creare contraddizione con ironia, generando smarrimento e interrogativi negli occhi di chi guarda. Il video, in cui Bonaventura si cimenta sia nel ruolo di regista che di attrice, si apre con la citazione francese «rien à voir équivaut à n’avoir rien» (non vedere niente equivale a non avere niente) tratta dal saggio di Luce Irigaray Speculum in riferimento al concetto di presenza/assenza su cui l’artista gioca e riflette. Un tema al quale rimanda anche lo stesso titolo (“lei sparisce”), rifacendosi alla presenza femminile del video che «appare allo sguardo, ma non si lascia possedere». (Eleonora Scoccia)
.jpg)
