12 dicembre 2015

L.E.M., Sassari

 

di

Il L.E.M. – Laboratorio di Estetica Moderna di Sassari è una realtà indipendente, sostenuta dall’impegno del suo direttore artistico, il pittore Pastorello, al secolo Giovanni Manunta, in una città dal grande fervore per l’arte contemporanea, ma, eccetto l’Accademia di Belle Arti, priva di istituzioni che su investano sui giovani artisti. Il L.E.M. è nato nel 2009 come associazione culturale  con lo scopo di dare ai giovani artisti freschi di accademia l’opportunità di iniziare a confrontarsi con le dinamiche del mondo dell’arte, entrare in relazione con artisti di altri luoghi e altre generazioni. Negli anni il L.E.M. ha realizzato oltre trenta progetti, in grado di trovare un  equilibrio costruttivo tra il forte legame con il territorio e la dimensione nazionale, attraverso collaborazioni con artisti e curatori. La chiusura del L.E.M. per trasformarne l’esperienza in un progetto più ambizioso era data ormai per certa, ma la mancanza di garanzie sulla nuova impresa hanno portato il direttore artistico a scegliere di riaprire il L.E.M., in un atto di forte responsabilità verso la comunità di Sassari e tutti quei giovani – artisti e non – che negli anni sono cresciuti attraverso il L.E.M. e vi hanno collaborato. Un impegno personale molto consistente, quello del direttore, che include l’intera gestione dello spazio e della programmazione, in assenza di finanziamenti. Un’impresa basata unicamente su passione, volontà e partecipazione di molti giovani artisti e cittadini che collaborano con entusiasmo e dedizione, nella consapevolezza della preziosità di questa realtà.
Abbiamo incontrato Pastorello per farci raccontare il L.E.M.
Come si è mosso il L.E.M. nei suoi quasi sei anni di attività?  
«Dal 2009 abbiamo organizzato più di trenta mostre personali e collettive, abbiamo realizzato progetti per privati e partecipato a due fiere.
Hanno esposto da noi tantissimi artisti, dai più giovani ed ancora studenti ad artisti affermati. Hanno collaborato con noi tanti curatori e critici. La missione è sempre stata quella di mettere in relazione i giovani e la città con il sistema dell’arte, anche al di fuori della Sardegna. Nel 2009 alcuni privati sensibili al mondo dell’arte mi avevano messo a disposizione un locale per farne uno studio di pittura. Avevo già uno studio e quello che mancava a Sassari era uno spazio che accogliesse i giovani artisti che uscivano dall’accademia di belle arti della città e che potesse diventare un punto di riferimento per loro e per chi seguiva con interesse le mostre di arte contemporanea».  
Salvatore Ligios, Rayografie schadografie gioligrafie sotergrafie, courtesy dell’artista
Qual è il significato di una realtà come il LEM a Sassari e quale legame si è creato con la città nel tempo? 
«A Sassari non ci sono gallerie, non c’è un museo di arte contemporanea; ci sono alcune associazioni che realizzano progetti artistici molto validi, la città ha un pubblico preparato ed informato, ma siamo ancora in una fase di costruzione del sistema.
Dopo sei anni di attività del L.E.M. la chiusura era già decisa ed era stata annunciata, erede ne sarebbe, stato idealmente, un progetto più grande, più ambizioso, ma è ancora in forse e nel frattempo la città rischiava di restare senza spazi per il contemporaneo, così ho deciso di riaprire il L.E.M., per ora, per continuare a colmare quel vuoto.
Si sottovaluta la forza di uno spazio fisico, di un luogo reale, che abbia una continuità nelle proposte artistiche, e l’effetto che ha su una nuova generazione di artisti e di pubblico; pubblico che in questi sei anni si è rinnovato, è ringiovanito». 
Quali sono i progetti per i prossimi mesi?
«Per i prossimi mesi abbiamo in programma diversi progetti, qualche giorno fa si è concluso il progetto “Pudor Nuditatis”, delle giovanissime Martina Cara e Valeria Secchi, ancora studentesse, e due giorni dopo abbiamo inaugurato la nuova mostra, “Conversazioni” con fotografie di Salvatore Ligios e dipinti di Rosanna Rossi, a cura di Sonia Borsato e Mariolina Cosseddu, una doppia personale con due artisti con una lunga storia alle spalle e due linguaggi differenti a confronto.
Queste due mostre rappresentano bene il “carattere” del L.E.M.: avvicinare gli artisti, le generazioni, i generi; mettere in evidenza quello che esiste nel territorio, o una parte di quello che esiste e metterlo in relazione con l’esterno».
Silvia Conta
L.E.M., Via Napoli, 8 – Sassari
Orari: Martedì-Sabato 18.00 – 20.00 e su appuntamento
Info: LEM, Galleria d’arte (Facebook)

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