07 gennaio 2016

Se Venezia vende Klimt

 

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Qualche mese fa il mondo dell’arte italiano ha tremato all’annuncio dell’allora neo eletto sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, di mettere all’asta i capolavori di proprietà della città, per risanare un bilancio ormai troppo in rosso per essere risolto in altra maniera.
L’ “Operazione Verità” messa in atto da Brugnaro ha portato a galla molte falle del sistema cittadino, dalla raccolta dei rifiuti, allo stato delle scuole. Ad ottobre la proposta di soluzione: la vendita di alcuni dei capolavori dei musei pubblici di Venezia, come le opere di Gustav Klimt e Marc Chagall, per contribuire a colmare un buco che si aggira intorno ai 60 milioni di euro. 
Avendo dovuto affrontare il dissenso dell’opinione pubblica e del mondo dell’arte, il primo cittadino ha messo da parte l’idea per un po’, cercando soluzioni alternative, come la proposta dei tornelli a pagamento per entrare a Piazza San Marco. Ormai, però la città ha mancato una scadenza fondamentale per risolvere il deficit finanziario entro la fine del 2015, Venezia, ora si trova di fronte alla prospettiva di milioni di euro di sanzioni da parte del governo centrale di Roma che rischiano di aggravare le difficoltà economiche della città. A metà dicembre, il Governo ha accettato di dare a Venezia 65 milioni di euro per i prossimi sette anni, molto meno rispetto al 50 milioni di euro l’anno che la città stava chiedendo. Ed il sindaco potrebbe tornare alla carica, riportando in auge la proposta della vendita del dipinto della Giuditta II di Klimt, idea che aveva già raccolto il favore di Vittorio Sgarbi, e che sembrerebbe l’ultima spiaggia per effettuare le procedure di manutenzione di una città così difficile. 
Nei giorni scorsi questa notizia è balzata sulle pagine di testate internazionali come il Wall Street Journal e artnet.
Auguriamo al sindaco di trovare un modo più indolore per risolvere il problema, perché ogni volta che un capolavoro lascia le stanze di un museo italiano, si perde un motivo per recarsi in quel museo.
Nella peggiore delle ipotesi, speriamo che partecipi all’asta per il Klimt la signora Maria Altman, nota per il successo della sua disputa contro il governo austriaco per reclamare 5 dipinti proprio di Klimt, appartenuti alla sua famiglia e confiscati dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La Altman nel 2006 acquistò due versioni del ritratto di Adele Bloch Bauer (I e II) pagati 158 e 103 milioni di dollari. Almeno Venezia potrà sopravvivere per qualche anno. (Roberta Pucci)

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