12 gennaio 2016

Fino al 6.II.2016 Evgeny Antufiev, Fusion and Absorption Z₂O Sara Zanin, Roma

 

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La dicotomia tra scienza e spiritualità è sempre esistita. La scienza, razionalmente, si pone interrogativi mentre la spiritualità, irrazionalmente, cerca risposte. Entrambe ambiscono alla conoscenza. L’artista siberiano Evgeny Antufiev (Tuva, 1986), con la sua complessa ricerca artistica, origina la mostra “Fusion and Absorption”, alla galleria z₂O di Sara Zanin, basandola su un’idea di conoscenza che si muove sul doppio binario tra razionalità e irrazionalità. 
Artigiano e demiurgo Evgeny Antufiev plasma un universo estetico fatto di opere che attingono a stilemi appartenenti a culture molteplici, elaborandole in maniera del tutto personale. Fusione e assorbimento (“Fusion and Absorption” come rimanda il titolo della mostra) di simboli archetipici e di immagini familiari. Lavorando egli stesso materie prime come: il legno, la stoffa, il bronzo, l’ottone e il rame e utilizzando un vocabolario plastico eterogeneo; egli organizza un percorso disseminato di opere che evocano manufatti e oggetti rituali dalle forme primordiali, integrati ad elementi naturali ed elementi contemporanei. Spirali in rame, coppe, stoffe, piccole gemme d’ambra, pugnali, sabbia, pelle di serpente, statuette lignee che ricordano ex voto e sfingi, maschere, pietre e perle, sono alternati ad inquietanti feticci in tessuto di reminiscenza surrealista, disegni su carta, nappe ornamentali e decorative, fotografie e libri dalle copertine ricamate con immagini di lupi siberiani. 
Evgeny Antufiev, Fusion and Absorption, vista della mostra, foto di Sebastiano Luciano Z₂O Sara Zanin, Roma
L’artista pone l’osservatore in uno stato di sospensione spazio-temporale. Egli abilmente tesse rapporti tra cultura alta e bassa, vicina o lontana, tra passato e presente, evocando ciò che esiste e ciò che è deliberatamente inventato, tra animato ed inanimato, donando agli oggetti un appeal contemporaneo senza stridere con l’apparente immagine di reperto archeologico e vetusto. Fusione e assorbimento di forme e simboli, secondo un dogma comune nell’epoca post-moderna e globalizzata, che per Evgeny Antufiev diventa però un’urgenza conoscitiva.
La forza evocatrice delle opere e il  loro potenziale ancestrale, perturbante e atemporale, si incastra come un meccanismo razionale nel ‘dispositivo mostra’, organizzato secondo una rigore logico tale da rimodulare le prime sale della galleria come fossero le stanze di un museo (piccolo museo provinciale italiano di archeologico o etnografia) con le sue teche, i piedistalli e le opere allineate a parete, secondo un sistematizzazione allestitiva, metodologica e scientifica atta alla categorizzazione di reperti antichi. (Medesima attenzione è data al libro ideato per l’occasione, in cui sono riportate interviste realizzate da Marina Dacci al filosofo Federico Ferrari, al neuroscienziato Vittorio Gallese e all’artista Emanuele Sferruzza Moszkowicz). Il rigore razionale viene meno nella sala più interna della galleria, dove, la disposizione delle installazioni ricorda vagamente degli altarini votivi e spazi votati a pratiche sacre e rituali di civiltà lontane. Facendo così emergere l’aspetto irrazionale.
Con grande sapienza, combinando razionalità e irrazionalità, l’artista elabora un immaginario individuale che si fa inconscio collettivo, secondo la definizione di Carl Gustav Jung, e l’arte di Evgeny Antufiev come un urobone – serpente che si morde la coda formando un cerchio senza inizio e senza fine – si fa metafora espressiva di una ciclicità inscindibile tra Arte e Natura.
Marta Leteo
mostra visitata il 28 novembre
Dal 14 novembre 2015 al 6 febbraio 2016
Evgeny Antufiev, Fusion and Absorption 
Z₂O Sara Zanin
Via della Vetrina, 21 – 00186 Roma
Orari: dal Martedì al Sabato dalle12 alle 19 o su appuntamento
Contatti:+ 39 06 70452261, www.z2ogalleria.it

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