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Torino ha festeggiato in questo week end di ingressi gratis ai musei statali (prima domenica del mese, come da consuetudine) vent’anni di una “card” che funziona particolarmente bene: quella legata ai suoi musei.
Sono state infatti quasi 145 mila le tessere circolanti nel 2015 e gli abbonamenti venduti poco meno di 120mila, con un incremento del 16,6 per cento rispetto al 2014. Nel 2015 le visite con l’Abbonamento Musei registrate sono state 753mila, con un numero medio di utilizzo annuo della card di 6,3 per abbonato.
Un bel successo insomma, e una strategia di marketing per la quale la Lombardia pare sia disposta a spendere oltre un milione di euro, per portarsi in casa il modello Torino/Piemonte.
In realtà una card anche per i musei milanesi esiste già, ed è stata lanciata lo scorso anno, ma ora si tratta di mettere a frutto anche nella metropoli lombarda un’identità che a Torino già da anni consente di integrare pagamenti, marketing e offerta turistica, dimostrando di saper investire su servizi apprezzati. Già, perché se Torino da anni si è levata la faccia di città industriale per una conversione alla cultura più intelligente e sperimentale, forse a Milano – nonostante Expo e fiere, attrazioni e musei anche invidiabili – non vi è ancora quel consumato appeal di città da visitare. E se nascesse una sorta di “consorzio”? In fin dei conti il Festival MITO la strada l’ha già un po’ spianata.