08 febbraio 2016

Contemporaneo e fede. Torna la XXV edizione della rassegna “Kunstraum Kirche” di Innsbruck, quest’anno affidata all’artista italiana Annamaria Gelmi

 

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Nel Duomo di San Giacomo a Innsbruck torna, nella sua XXV edizione, il Kunstraum Kirche, una rassegna che nel periodo della Quaresima vuole favorire il confronto tra tradizione, modernità e spazi sacri, attraverso la presenza di opere d’arte contemporanea all’interno dei luoghi di culto.
Ogni anno un artista selezionato da un comitato scientifico, realizza per il Duomo di San Giacomo un lavoro site specific,  che dal Mercoledì delle Ceneri (10 febbraio, quest’anno) a Pasqua – collocato nel Duomo – porta con sé una riflessione sull’interazione tra sacro e arte.
L’edizione 2016 di Kunstraum Kirche avrà come protagonista l’artista italiana Annamaria Gelmi con l’installazione Oltre il Sacro
Al centro del lavoro della Gelmi vi è una riflessione sul simbolo della croce e sulla complessità che in tale segno è insita. Un’immagine alla quale l’artista si riferisce con il termine perimetri, evidenziando in tal modo la “forma” di tale segno, pianta di molte costruzioni architettoniche antiche. La croce come simbolo e forma architettonica ha un’esistenza pre-cristiana, ed è in questa sua identità che l’artista si approccia inizialmente all’immagine della croce. Il segno primordiale di ordine cosmico è “geometria poetica”, punto di partenza, che nel percorso della Gelmi, così come nella storia del segno, viene solo in un secondo momento associato alla simbologia cristiana. La croce da simbolo del cosmico e del divino, diventa quindi immagine di speranza e resurrezione. Oltre Il Sacro, con la grande croce situata alla base dell’altare che come uno specchio d’acqua raddoppia la grandezza della cupola, esprime proprio l’intesa pulsione al trascendente insita nell’umano.
Fino al 27 marzo sarà quindi possibile vedere nel Duomo di Innsbruck l’installazione della Gelmi, un lavoro che si inserisce all’interno di una Rassegna che da molti anni produce e riflette su un’arte che non sia subordinata alla fede ma che con essa dialoghi liberamente. (Diletta Cecili)

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