09 febbraio 2016

Dal Jeu de Paume al Gulbenkian, c’è aria di “primavera culturale portoghese”. Si inizia con Helena Almeida e Julião Sarmento

 

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Helena Almeida, una delle maggiori artiste portoghesi, dà il via alla primavera culturale portoghese parigina insieme ad un suo connazionale, l’artista Julião Sarmento. Lei con Corpus, titolo della retrospettiva presente al Jeu de Paume, lui con una mostra dal titolo La chose même – The Real Thing presso la Fondazione Calouste Gulbenkian. Una delle maggiori artiste concettuali degli anni settanta, Helena Almeida, nel 1982 e nel 2005 ha rappresentato il Portogallo  alla Biennale d’arte di Venezia. 
«Artista prolifica, non è stato facile scegliere tra le sue creazioni per realizzare la sua prima retrospettiva francese e presentare quindi le diverse fasi della sua ricerca artistica dagli anni sessanta ad oggi. Perché Corpus? Il corpo stesso dell’artista è l’elemento costante nella sua opera, segna l’inizio della creazione. Anche quando vediamo solo il telaio di una finestra ricoperto a metà da una tela blu arricciata, il corpo è presente» Ci racconta Marta Moreira de Almeida curatrice, insieme a João Ribas, della prospettiva parigina. Occultato, trasfigurato il corpo dell’artista è soggetto e oggetto dell’opera, lo ritroviamo molto nella fotografia, ma anche nella pittura, nei video e nei disegni, in giochi di luce perlopiù in bianco e nero alternati da tocchi di colore spesso blu o tutt’al più rossi. 
La mostra, poi, sarà presentata da settembre a dicembre anche al centro d’arte contemporanea Wiels di Bruxelles. Tra gli eventi organizzati in occasione della primavera culturale portoghese in programma, ma a partire dal mese di aprile, una mostra di Amadeo De Souza Cardoso presso il Grand Palais mentre presso la Cité de l’Architecture & du Patrimoine la mostra Gli universalisti, 50 anni di architettura portoghese. (Livia de Leoni)
Sopra: Helena Almeida, Pintura habitada [Peinture habitée],Photo Filipe Braga © Fundação de Serralves, Porto
In home page: Helena Almeida, Sem título [Sans titre], 2010. Photographie noir et blanc, 125 × 135 cm. Coll. Laurent Fiévet.Photo Courtesy Galerie Filomena Soares, Lisbonne

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