13 febbraio 2016

Lo strano caso del Casale dei Cedrati a Villa Pamphilj, aspettato due anni e chiuso dopo due mesi. Per una serie di “irregolarità” immediatamente contestate

 

di

300mila euro di spesa, e due anni di lavori. Poi, finalmente, pochi mesi fa, l’apertura. Ecco il Casale dei Cedrati, spazio recuperato dalla Soprintendenza Capitolina, con l’approvazione della Sovrintendenza Statale. Uno spazio con attività varie, e a scopi culturali: una libreria, un bar, una cucina concordata e, dal 5 dicembre ad oggi, la collaborazione con più di 20 associazioni operanti sul territorio, 6 mostre di giovani artisti, 40 laboratori creativi, 5 corsi di lingua – solo per citare alcuni aspetti. 
E ora che succede? Succede che si sono messi i sigilli e il Casale è stato fatto sgomberare. L’accusa? L’ufficio tecnico del XII municipio, ha contestato una serie di irregolarità che riguardano i lavori di recupero svolti e l’assenza dei necessari permessi. Una tesi, questa, smentita da Ida Fontana, responsabile della Società che prende il nome dalla struttura, e che si è aggiudicata il bando di gara del Campidoglio nel 2013. 
“Nessun abuso, e per questo la Società Casale dei Cedrati ha chiederà all’autorità giudiziaria di far togliere subito i sigilli e di far riprendere le attività che occupano 12 persone e che soprattutto sono un servizio ai cittadini. Il Casale e il Giardino sono appena usciti da uno stato di abbandono ultradecennale, il giardino era stato adottato dal Casale e questo ne aveva permesso lì apertura assicurando la necessaria sorveglianza e tutela sotto il controllo del Servizio Giardini il sequestro del tutto immotivato”, si legge nel comunicato diffuso dopo la conferenza stampa di oggi (foto sopra). Cosa risponderanno dal Comune? 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui