13 marzo 2016

Studio Azzurro, Ve(de)re da Pozzo Palazzo de Mari, Acquaviva delle Fonti

 

di

Che sia la placida distesa di una piscina, simile ad orizzonte mobile, (Il nuotatore, 1984) o che cada a gocce in un bacile (Tavoli, 1995), che sia liquido magico e catartico (Giardino delle anime, 1997), vortice trasfiguratore (Il gorgo, 1998), materia che imprigiona e avvince (La zattera dei sentimenti, 2002) o veicolo di scambio e condivisione (Meditazioni Mediterraneo, 2002), l’acqua è elemento ricorrente nella riflessione e nell’iconografia di Studio Azzurro, celebre collettivo milanese fondato nel 1982 da Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi e Paolo Rosa (scomparso lo scorso 20 agosto) e da sempre interessato all’indagine intrapsichica e all’identità dei luoghi. 
Una nuova installazione ripropone la tematica dell’acqua, questa volta con una contestualizzazione ulteriore nel nome del committente, il comune di Acquaviva delle Fonti, centro dell’entroterra barese tra i più popolosi, ricco di testimonianze storico-artistiche e di tradizioni secolari. Nell’ambito del progetto “I pozzi parlanti – Luoghi dell’acqua e della terra”, l’amministrazione comunale ha invitato il collettivo a realizzare un’opera permanente su uno degli antichi pozzi ad uso civile, collocato all’interno del cortile centrale di Palazzo de Mari, storica sede del comune e importante esempio di architettura militare adattato a residenza nobiliare. Realizzato in collaborazione con il GAL del Sud Est Barese, il progetto prevede la realizzazione nel territorio cittadino di un Eco Museo, un percorso museale diffuso concepito come racconto coinvolgente dell’atavico rapporto tra la comunità acquavivese e il suo bene più prezioso. Un percorso di sette installazioni audiovisive dedicate ai pozzi narranti, di cui è parte integrante, oltre all’opera di Studio Azzurro, è anche un’installazione immersiva collocata nei locali di un’antica farmacia saggiamente acquisita dal Comune esercitando il diritto di prelazione. 
Studio Azzurro, Ve(de)re da pozzo 2016
Dettata dalla consueta conformazione dei pozzi ed ispirato alla “memoria dell’acqua”, discussa proprietà del liquido di mantenere il ricordo delle sostanze con cui è entrato in contatto, l’installazione Ve(de)re da Pozzo rende omaggio al vissuto della città, in gran parte fondato sulla sua maggiore ricchezza: un grande bacino idrico sotterraneo alimentato da falde acquifere, capace in passato, nei periodi di maggiore siccità, di rifornire i paesi limitrofi, ma anche aree più distanti, dal Gargano alla Basilicata. Ad Acquaviva l’acqua non si vede, è nascosta nelle viscere della terra, ma anche nel profondo dell’identità storica della sua comunità.
Quattro monitor allungati, a sostituzione delle antiche vere, trasmettono in loop altrettanti video abbinati e disposti specularmente. In ciascuno di essi la visione dell’acqua ne rivela, dall’interno, il continuo scorrimento, interrotto da suoni eterocliti e dall’inabissamento (ma anche emersione dal flusso di pensiero) di disparati oggetti: teli bianchi, bicchieri, spartiti musicali, fiori, rami, una valigia, persino un lampadario e una racchetta da tennis, testimonianze di vissuti complessi, di cui l’acqua, liquido genitoriale e connotativo, è foriera e custode, tra suggestione estetica e memoria antropologica. 
Carmelo Cipriani
visitata il 27 febbraio
Inaugurata il 23 dicembre 2015
Ve(de)re da pozzo – Studio Azzurro
Palazzo de Mari
Piazza Vittorio Emanuele II, 70021 Acquaviva delle Fonti (Ba)
Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 
Info: 080 3065111 – 3476315117

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