13 aprile 2016

Milano Design Week/4. Distretto Ventura Lambrate, l’avanguardia è qui! Sei giorni di festa, impresa e lavoro. Con lo sguardo al nord Europa

 

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Il tour nel cuore pulsante dell’innovazione, incomincia da via Ventura e l’adrenalina aumenta “flaneggiando” 
tra gallerie, garage e altre suggestive location diffuse nei dintorni, a caccia di idee originali.
Il futuro del modi di abitare il mondo è qui e per strada si sentono parlare diverse lingue, inglese d’obbligo. Ovunque cucine nomadi, dieci Ape Car parcheggiate nel giardino di via Ventura 12, una nuova isola di gusto, sapori e relax, dove ci sono anche ostriche e champagne, accanto ai centrifugati salutisti e allo street food sociale proposto dalla The Royal Danish Academy, che grazie a un’associazione impegnata nell’aiuto ai rifugiati punta sulle micro cucine nomadi di tendenza che offrono cibo gratuitamente. In questa piattaforma dell’inclusione sociale non poteva mancare un palco per happening musicali, e preparatevi perché stasera la festa è qui fino alle 22, dove scorreranno fiumi di birra dato l’alto tasso di progettisti nordici, molti gli olandesi, norvegesi e belgi.
Nel quartiere ex industriale, la sperimentazione è di casa e dopo l’esordio dell’Accademia di Eindhoven, Studio Molen di Frederik Molenschot degli anni scorsi: queste “scuole” tornano con proposte di ricerca interessanti, applicate anche a materiali tradizionali.
Catalizza l’attenzione l’enorme capannone in via Ventura 14: un imperdibile osservatorio sul futuro che raccoglie una trentina di accademie. Progettisti provenienti dalla Thailandia ai Paesi Bassi, al Messico, al Giappone, al Cile, sorprendono per la qualità della ricerca condotta sui materiali ad alto tasso tecnologico, che punta su elementi modulari da assemblare. Tra le novità spicca Robert Bronwasser che ha scelto Lambrate per lanciare il suo marchio Home e con esso nuovi modi di abitare. Sono da manipolare con attenzione più che da guardare i prodotti di Takt project e altri oggetti altamente tecnologici di giovani progettisti neo-tecno-radical fantasiosi, creativi con brio. Lambrate è cult, quest’anno di più, qui il nomadismo della cultura progettuale globale trova terreno fertile, vince la qualità del design, delle ricerche condotte sui materiali e il coraggio imprenditoriale dei giovani progettisti, consapevoli del valore delle loro intuizioni. Da notare sono le rifiniture, i dettagli, le forme proporzionate, la cura della produzione artistica sia tecnologica che artigianale, da reinventare con tecniche nuove. Prima di proseguire per via Massimiano, in via Ventura 6,  al secondo piano c’è il  The Bar is an immersive VR, di Studio di Simone Michele studio, un  progetto di restyling del Caffè del Borgo che verrà ultimato tra un anno con effetti di simulazione  sofisticati “rubati” ai sistemi della Realtà Aumentata, per inviarvi a entrare dentro un luogo, davvero unico. 
A Lambrate  sono tornati il nucleo di designer dall’Olanda al Nord Europa, incuriosiscono le proposte di Norwegian Craft, l’Aarhus school of architecture. Cercate il progetto modulare di G.G Loop, di scena in via Ventura 15, dove seducono i tubi di vetro dalle forme irregolari, linee fluide espanse nello spazio di colore azzurro di Pieke Bergmans, che danno forma a un’istallazione luminosa che avrebbe incantato Lucio Fontana. Procedete zigzagando tra diverse location, arrivate in via Privata Oslavia al 7, dove espongono nuovi talenti con tante proposte tutte diversissime tra loro a testimonianza della vivacità progettuale del design del futuro già presente. E a Lambrate, non potevano mancare oggetti stampati 3D, rielaborazioni di materiali tradizionali del passato in un prodotto tecnologico d’eccellenza. 
Divertono le forme asimmetriche di elementi d’arredo ironiche dal gioioso eclettismo e colori pop, ispirati alla scuola di Memphis anni’80, conquista il brand italiano Plutarco e Chapel Petrassi, con mobili-scultura dalle forme paradossali ma di alta ebanisteria.
La tendenza sembra essere attingere dalla diversità culturale, prevale l’intreccio di ricerche , un mix sapiente tra materiali sostenibili e ad alta prestazione tecnologica innovativi, spopola il design dell’Est Europa, ma anche la leggerezza orientale, vince su tutto una capacità d’impresa e il coraggio del nuovo: questo è il volto di Milano durante la settimana del Salone del Mobile e al Fuori Salone (12-17 aprile), diventa vetrina internazionale d’attrazione turistica  e cantiere diffuso d’idee. 
A questo punto, lo sappiamo, sarete esausti, ma vi consigliamo di spingervi fino al numero 10 di via Cletto Arrighi, e credeteci non vi pentirete, vi attende l’area Touch Bas, ideata dal Design Academy  Eindhoven, un Eden terrestre che conquista i puri di cuore, dall’animo country. Rilassatevi e immergetevi in una farm market con tavoli di legno, panche, balle di fieno, galline vere, finte pecore e, tra un muggito di mucche e l’altro come sottofondo e il profumo vero di terra vi immergerete in atmosfere campestri nel cuore
di un distretto industriale, dove trovate diversi prodotti realizzati con materiali rigorosamente organici, e potete degustare cibi e lunch dinner di delizie naturali, tranquilli salutisti si, ma qui non mancano birra, spritz e prosecco doc. Prendete nota: oggi dalle ore 19 c’è il BBQ Party, da non perdere! (Jacqueline Ceresoli)

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