24 aprile 2016

Cecilia Alemani sarà la curatrice del prossimo Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2017

 

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Arriva direttamente dall’Uffico Stampa del Mibact la notizia della scelta del curatore del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2017. Anzi, curatrice, perché trattasi di Cecilia Alemani.
Il progetto della capo curatrice del programma arte della High Line di New York, compagna di Massimiliano Gioni, è stato scelto tra dieci proposte con la seguente motivazione: “Il progetto è molto ambizioso e innovativo, e allinea il Padiglione Italia alle più avanzate metodologie espositive e valorizza il grande ruolo degli artisti nella società contemporanea”.
Qualche anticipazione? Pare che il gruppo di artisti che verrà presentato sarà piuttosto ristretto, distanziandosi dagli ultimi Padiglioni sovraffollati, e si avvicinerà alle modalità di presentazione – appunto internazionali – che da tempo auspichiamo anche sulle nostre pagine. 
Altra questione da non sottovalutare è che la nomina di Franceschini è stata decisamente ben guidata: dopo gli attacchi per la scelta di Vincenzo Trione due anni fa, infatti, al Mibact ci si è avvalsi di preziosi consigli e funzionari interni, “blindando” le possibili scelte del Ministro su terreni sicuri. 
Quello che si può invece obiettare, a margine di una scelta senza dubbio ottima e finalmente di profilo internazionale, è che Alemani – da molto tempo di casa a New York – potrebbe avere il polso sulla situazione italiana un poco arrugginito, visto che gli artisti del Belpaese, come da tempo denunciamo, si vedono molto poco fuori dall’Italia. 
Ancora: la scelta di un nome che in qualche modo è “straniero” lascia intendere anche un altro messaggio; o in Italia i curatori “fuori dal coro” – come li vuole Franceschini, e Trione fu scelto perché “fuori dal coro” – non sono adatti per l’organizzazione di una manifestazione come la Biennale, o gli altri possibili, magari “dentro il coro” ma capaci, non sono proprio presi in considerazione. Di conseguenza si sceglie tra i nostri “cervelli in fuga”, con il plauso di riportarli almeno temporaneamente alla base. 
Dal 2012 curatrice di Frieze Projects, la sezione non-profit di Frieze New York, Alemani ha anche collaborato anche con musei come la Tate Modern, il MoMA PS1, Palazzo Grassi, e organizzato mostre in gallerie di tutto il mondo, da Glee a Blum and Poe, Gió Marconi e Bloomberg Headquarters with Art in General e Artists Space, solo per citarne alcune.
Auguri di buon lavoro dalla redazione di Exibart a Cecilia Alemani! 

3 Commenti

  1. Cecilia Alemanni curerà il prossimo Padiglione Italia. Sicuramente la scelta è buona, ossia consacra ancora il potere del curatore rispetto all’artista (confermando, se ce ne fosse bisogno, l’asse inevitabile e legittimo con il marito Massimiliano Gioni). Immagino che le scelte verteranno sulla Galleria Zero e la Galleria Massimo De Carlo. Si auspica un solo artista. Chissà. Interessante anche il fatto di nominare prima il curatore, senza comunicare il progetto. Ossia l’artista-regista è, in fondo, Cecilia Alemanni. La vignetta che ho postato ieri, auspicando Gioni come artista del Padiglione Italian 2017, potrebbe avere una variante “c’è anche Cecilia che è brava”. #ceciliaalemanni #padiglioneitalia #padiglioneitalia2017

  2. Mentre i bandi di altri padiglioni sono aperti, evidenti e abbastanza trasparenti qui dal cielo scende una scelta, conferma di un paese che non vuole cambiare ma rimane ancorato alle piccole scelte di cabotaggio.

    Cecilia Alemani è sicuramente una figura ben inserita nel sistema più forte del mercato dell’arte per cui farà un buon lavoro, approvato dal sistema stesso, speriamo che sia coraggiosa…

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