28 aprile 2016

I giorni festivi dell’arte, vero tesoro per il turismo delle città italiane?

 

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Dopo il week end “tutto esaurito” del 25 aprile, con dozzine di musei statati e non aperti anche nel giorno della Liberazione, si preparano armi e bagagli per il Primo maggio. 
Eh già, perché anche per la festa dei lavoratori, che quest’anno cade nel giorno di domenica, si prevedono ingressi da record nelle istituzioni, da nord a sud.
Ma se alle domeniche tra i musei ormai ci si sta facendo un poco l’abitudine, ed è bello sia diventata un’abitudine consolidata, anche tra chi i musei mai si sognerebbe di frequentarli in altre occasioni (ma mai dire mai), è interessante vedere come queste festività abbiano ricadute sul territorio, tra l’altro una possibilità che si auspica da sempre il Ministro ai Beni Culturali e Turismo, Dario Franceschini.
Prendiamo il caso di Torino: nello scorso week end i dati riportati parlano di hotel occupati al 95 per cento, guide turistiche al lavoro senza sosta e un record per la Reggia di Venaria, nella sola giornata di sabato “invasa” da 21mila visitatori. Ed è andata così un po’ ovunque, dal Friuli all’Umbria alla Campania. Domenica, anche se lo sarà di “statuto”, si replica. I numeri già sappiamo come saranno, le Confesercenti soddisfatte? Anche questo è un modo, forse il migliore, di generare ricchezza. Non soltanto mordi e fuggi, come spesso si è scoperto essere. 

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