29 aprile 2016

MIA PHOTO Fair. Primo giro tra gli stand. In una sesta edizione con ottime proposte e meno “folla” alle pareti

 

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Se l’anno scorso eravamo rimasti un po’ “schiacciati” dalla quinta edizione di MIA PHOTO Fair, la kermesse dedicata alla fotografia ideata da Fabio Castelli ormai sei edizioni fa, quest’anno l’atmosfera è decisamente cambiata. 
Tra gli stand ci sono decisamente ottime partecipazioni, con immagini da fiera “d’arte contemporanea” più che solamente di fotografia. E i galleristi, in questo primo giorno, sono consapevoli di questo salto di qualità.
Claudio Composti, della MC2 gallery, da anni presenza fissa a MIA, stavolta espone la giovane cinese (classe 1980) Liu Xiaofang: una serie di immagini dall’estetica onirica (un particolare in home page), dove una piccola presenza umana si interfaccia a paesaggi delicati e apparentemente utopici, con elementi di “pericolosità” che ci fanno riflettere sulla condizione dell’uomo, in bilico tra realtà e immaginazione, tra sogno e incubo in una dimensione surreale e legata anche ai momenti personali dell’artista. 
Bello anche lo stad di Renata Bianconi, che per l’occasione punta su una serie di delicate immagini di Davide Tranchina, sull’intervento performativo inedito (in forma di documentazione) di Luigi Presicce in una chiesa-rudere pugliese, dove l’artista mima una serie di movimenti che hanno a che fare con l’antropologico e una dimensione quasi esoterica, come appartiene al suo universo, e con le stampe di Monica Silva e Victor Enrich. 
Altra milanese che sfodera una serie di ottimi fotografi dell’area Mediorientale è Officine dell’Immagine, con i lavori di Jalal Sepehr, Teheran 1968, e la sua Red Zone, una serie di cinque immagini del 2015 (sopra) dove i tappeti della Persia fanno da pista per un aeroporto, per un “attenti” militare e anche da camminamento per una famiglia in viaggio, o forse in fuga, prima di lasciarsi squarciare da un grande buco nero. E poi Gohar Dashti, Shadi Ghadirian, Servet Kocyigit. Un vero e proprio parterre di ricerca, come accade anche alle pareti di Ncontemporary di Londra e le belle immagini di Jonny Briggs, talentuoso giovane già passato per il FOAM di Amsterdam che qui troviamo anche con i suoi Trompe l’oeil, in cui letteralmente dipinge un’area di natura morta, per esempio, per lasciarne scoperto un lembo di realtà. Tra le proposte MIA, se volete fare un salto negli States, non perdetevi il lavoro di Yuri Catania e la grande installazione-gioco con una serie di fotografie che firmano, e compongono, una vera e propria bandiera a stelle e strisce. Aggiornamenti in corso.

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