05 maggio 2016

Mordere la Grande Mela/6. Al Salon Zürcher, ovvero sei spazi in un loft di SoHo. Con alcuni grandi nomi, ma senza brillare granché

 

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A Bleecker Street, proprio sopra SoHo e a due passi dal New Museum, torna anche quest’anno, in occasione dell’art week newyorchese, la 16esima edizione di Salon Zürcher. Più che una fiera, in un vecchio loft assolutamente radical chic, una mostra di sei gallerie e no profit che fanno parte proprio del circuito omonimo, Zürcher. Insomma, è un po’ la formula consolidata che hanno sperimentato, durante Miart a Milano, Monitor, P420 e SpazioA com “Corale”. Se però, in Italia, e possiamo dirlo forte, il risultato è stato encomiabile, da queste parti non è che tutto luccichi. Per carità, ci sono anche alcuni big come il nostro Giuseppe Penone, con una serie di libri di artista, Laurence Weiner e il pittore Bernar Venet, ma tra le varie proposte di A.I.R. Gallery, Brooklyn; Christian Duvernois Gallery, NY; Galerie 8 + 4, Suresnes; Mathilde Hatzenberger Gallery, Brussels; Galerie Pixi – Marie Victoire Poliakoff, Paris
e Vernacular Etc, NY, ci sono anche parecchie crosticine o – per non essere davvero cattivi – pitture (perché in fondo si tratta di questo, per la maggior parte) decisamente trascurabili.
Eppure qualcosa affascina: saranno i prezzi abbordabili (un oggetto multiplo di Shilpa Gupta meno di 2mila, Venet circa 4mila mentre si sale parecchio con Penone e Weiner, oltre i 10mila) o sarà che questo spazio ci riporta alla vecchia New York, forse a quando l’area prima di essere invasa di negozi e ristorantini pettinati, apparteneva agli artisti. Anche l’allestimento, poi, è buono. Se vi capita, l’ingresso è libero.

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