14 giugno 2002

fino al 20.VI.2002 Fermata di Tempo Cagliari, Centro culturale Man Ray

 
Qualcuno aveva detto «Fermate il mondo voglio scendere!» qualcun’altro oggi, lo dichiara attraverso superfici longitudinali [guai sgarrare…] sospese alle volte del centro culturale Man Ray. Tema comune per 19 opere e altrettanti artisti, fino al 20 giugno 2002…

di

Fermata, immobile, pausa, standby. La riflessione in verticale sulla contemporaneità vivace, piena e feroce, del nostro tempo si concretizza in ‘lungo’ attraverso superfici diverse, diverse come le impressioni che le hanno create, formulate, realizzate. Nella sala a botte dello spazio culturale Man Ray [luogo senza spigoli in bianco assoluto già di per se in sospensione perpetua], leggere e trasparenti, ma anche solide e decise, si stagliano dall’alto verso il basso le opere di diciannove artisti del panorama isolano. Mariolina Cosseddu, curatrice della mostra, individua come chiave di lettura quell’esigenza che Gillo Dorfles, nel suo ‘Intervallo Perduto’, pretende come momento di stasi necessario a non perdere la «propria sensibilià per il passare del tempo e la discontinuità del suo procedere». Invito generalizzato rivolto alla società come all’arte, quest’ultima interprete privilegiata che esprime, ora in maniera spavalda e provocatoria, ora attraverso mezzi sommessi e intimisti, coscienze e umori di un sentire comune: realtà di un mondo del quale siamo contemporaneamente causa e vittime.
La ‘fermata’ di Paolo Ollano, è un cuneo chimico/batteriologico che insidia – violento – la superficie, rivestita di fotografie a contrasto esagerato di uomini e donne vittime del ‘900. Una visione altrettanto inquieta ce la regala Giuliano Sale, con il suo feto [quasi] umano su vagina viola-indaco. Non la vede bene, nemmeno Antonello Ruscazio la cui sedia, ‘blu rilassante’ , è sovrastata da un groviglio di corde che, a sguardo attento, rivela cappi pronti per l’uso. Geometrie di forme scalene su cellofan, per 23939Dionigi Losegno; in caduta libera per Maura Saddi; incerte e spezzate su terra per Marco Pili. Il concretismo geometrico lascia ora campo ad aree di colore puro trasformando la superficie in spazio impersonale a schema libero per Maria Luisa Delzotto, in sinistre nebulose e informale a dripping per Giuseppe Pettinau e Raffaele Quida. Gesto rapido anche per Simone Dulcis di nero rosso e bianco, la cui superficie con freccia raschiata, individua un punto preciso della tela per cui è vietato distrarsi. Stesso invito con indicazione, lo compie Attilio Della Maria nel suo double face [greco-italiano italiano-greco] nel quale presenta sé e la sua ombra. Messaggio ‘velato’ ma rivelatore[…] per Gianni Atzeni che dichiara: Prima che arrivasse la polvere c’era solo polvere. Fermo, quasi incantato, o meglio destabilizzato, il mezzo volto proposto da Adelaide Lussu; altrettanto incerto quello della bimba di Marina Madeddu che interrogativa osserva i grandi …lei come noi.

andrea delle case
vista il 10 giugno


Fermata di tempo, fino al 20 giugno 2002, Cagliari, Centro Culturale Man Ray, Via Lamarmora 140, telefono e fax 070283811, 3473614182, tutti i giorni esclusa la domenica, dalle 19 alle 20.30, ingresso libero, email: centromanray@tiscalinet.it

[exibart]

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