06 maggio 2016

Lo Scompiglio di genere. Nella quiete della campagna toscana, maschile e femminile affrontano i propri equilibri provvisori

 

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Tra i cipressi, le betulle e gli olivi che animano le ondulate colline di Vorno, una frazione del comune di Capannori, provincia di Lucca, si potrebbe cedere alla tentazione dei famosi ozi letterari ed evadere dalla caotica realtà del nostro tempo. Ben lontani da questo dolce inganno, alla Tenuta dello Scompiglio mettono subito le cose in chiaro, senza possibilità di fraintendere i termini, perché qui architettura, agricoltura, arte e paesaggio riescono a instaurare un dialogo sostenibile ma questo rapporto è l’esito di un metodo in cui le idee rimangono in uno stato di perenne agitazione. Un equilibrio transitorio tra persone e cose, pensieri e approcci che Cecilia Bertoni, ideatrice del progetto Dello Scompiglio e direttore artistico dell’omonima associazione culturale, tiene costantemente in tensione, proponendo incontri sul paesaggismo, campi estivi per ragazzi, laboratori sulla percezione del corpo, coltivazioni biodinamiche. Senza dimenticare i linguaggi dell’arte che, dalla danza al teatro, dalle installazioni site specific alle performance, trovano nuovi modi di ibridazione, assecondando questa verdeggiante cornice di disequilibri. 
Così, la permeabilità tra i generi, gli scivolamenti tra mascolinità e femminilità, la relazione non pacificata tra biologia e propriocezione, il senso sfuggente dell’identità, sono gli attualissimi argomenti di riflessione proposti da “Assemblaggi Provvisori”, un’articolata rassegna di mostre, installazioni, performance e concerti che animeranno gli spazi della Tenuta da marzo 2016 a primavera 2017. Nello Spazio Performatico ed Espositivo della Tenuta, sono visibili alcuni tra i progetti vincitori del Bando internazionale indetto nell’ambito di “Assemblaggi Provvisori” – come Diario blu(E) e Walking gender, di Titta Cosetta Raccagni e Barbara Stimoli, dedicati all’esplorazione delle incertezze e delle inquietudini dell’adolescenza, e Table of Contents #1, l’installazione interattiva di Rebecca Agnes che invita alla discussione sul peso delle parole nella costituzione della realtà – ma ampio spazio è stato dato all’hic et nunc dei momenti performativi. 
Alle performance, tra gli altri, di Roberta Gottardi, Luigi Presicce, Ruben Montini, Yan Xing, svolte tra marzo e aprile, si affiancherà, in questi giorni, “Sui Generis”, serie di appuntamenti a cura di Eugenio Viola e Angel Moya Garcia, che proporranno lavori eterogenei ma accomunati dalla pratica del corpo e dallo studio delle sue reazioni e possibilità. Venerdì 6 maggio, in Untitled, Alexandra Pirici e Manuel Pelmuş interpreteranno opere emblematiche della storia dell’arte attraverso la pura azione fisica, senza l’ausilio di scenografie o indumenti. Sabato 7, Rosy Rox proporrà Frammento archetipo, un attraversamento dei simboli, degli stereotipi e delle metafore che costituiscono le forme dell’identità, approfondendo la sua ricerca sull’interpretazione dei codici gestuali e della prossemica di relazione tra il sé e l’altro. Le dicotomie irriducibili di attrazione e repulsione, seduzione e innocenza, aggressività e lussuria, si congiungono in un corpo unico, concreto nel movimento delle membra che interagiscono con gli oggetti e con lo spazio. (Mario Francesco Simeone) 

Sopra: Alexandra Pirici e Manuel Pelmus. Courtesy gli artisti
In home page: Rosy Rox, Frammento archetipo, 2016. Courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio. Foto di Alice Mollica.

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