15 maggio 2016

Pennacchio Argentato, Peace is a fire Galleria Acapella, Napoli

 

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Da quasi quindici anni il duo Pennacchio Argentato, formato da Marisa Argentato (Napoli, 1977) e Pasquale Pennacchio (Caserta, 1979), lavora in un rapporto simbiotico che supera le distanze, indagando la contemporaneità attraverso un linguaggio scultoreo legato alle nuove tecnologie dei materiali. Entrambi provenienti dal territorio partenopeo, dov’è iniziato il sodalizio, oggi, nonostante Argentato risieda stabilmente a Londra, continuano nel loro affiatato connubio e tornano a Napoli con la mostra “Peace is a fire”, presso la galleria Acappella. La traccia ossimorica del titolo la dice lunga, le sculture, rappresentanti ghiacciai, infondono una quiete candida e ovattata al primo sguardo, perpetuata dalla denominazione di una delle opere: Respira e immagina il tuo corpo che si espande con ogni singolo respiro. Muoviti in questo flusso positivo, continua a respirare mentre ti lasci trasportare, abbandonati, sciogliti. L’effetto tridimensionale rende vivida tale sensazione grazie alla tecnica utilizzata: gli artisti prelevano le fotografie dall’archivio Istockphoto per imprimerle su supporti in resina epossidica modellati appositamente per accoglierle, dando loro spessore e profondità. Una decontestualizzazione pratica e concettuale: la fotografia digitale composta da pixel si materializza così come oggetto nello spazio, dal virtuale al reale, proponendo un’esperienza che va oltre la visione e giunge alla tattilità. In realtà, l’abbandono, il trasporto e la fluidità invocati dalle opere sono un chiaro riferimento alla drammatica situazione di disgelo che tocca le aree polari del pianeta. 
Pennacchio Argentato, Deep Inner Stillness, epoxy resin, digital image transfer, 2016. Courtesy Acappella e D.Donzelli ph.
In questi ultimi lavori, Pennacchio Argentato fa emergere le contraddizioni del tempo presente, interessandosi soprattutto al dualismo corpo/mente e natura/capitalismo, riflettendo sui modelli economico-sociali dominanti, ispirati alle ultime tesi del filosofo Jason W. Moore espresse nel suo testo Capitalism in the web of life. Il duo gioca sull’ambiguità dei messaggi, nello sdoppiamento tra il testo e il suo referente, dove anche il materiale stesso delle opere rappresenta un elemento critico di veicolazione di significato. Ed è il caso della scultura-testo che domina la mostra: Peace is a fire. La scritta, realizzata in plexiglass, fluttua cangiante nello spazio della galleria, animata da una retroproiezione costituita dalle immagini del videogioco Call of Duty: Black Ops III, che nel gergo di genere è definito uno sparatutto. Ancora una volta, una relazione ossimorica intercorre tra testo, forma e messaggio. In questo caso, la contrapposizione è tra l’aforisma buddista, composto da Bikshu Sangharakshita, e la violenza del gioco in proiezione. La serie suggerisce un ritratto rovesciato rispetto alle apparenze iniziali, insinuando un pensiero di inquietudine e instabilità, specchio della convergente crisi che coinvolge tutti i livelli dell’esistenza umana.
Annapaola Di Maio
mostra visitata il 2 aprile 2016
Pennacchio Argentato, Peace is a fire
Galleria Acappella 
via Cappella Vecchia 8, Napoli 
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 17 alle 19, il sabato dalle 12 alle 14
Info: www.museoapparente.eu – 3396134112

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