19 maggio 2016

Fino al 22.V.2016 Gallerie Milanesi tra le due guerre Fondaziione Stelline, Milano

 

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Alla Fondazione Stelline 100 opere raccontano la vitalità di Milano tra il 1919 e il 1939, nel mezzo di contraddizioni di un ventennio complicato sotto l’egida fascista, intorno al Futurismo, al gruppo figurativo classicheggiante del Novecento promosso da Margherita Sarfatti nella galleria Lino Pesaro, in via Manzoni,agli astrattisti nazionali e stranieri nella galleria Il Milione di Edoardo Persico, i chiaristi Umberto Lilloni, Angelo del Bon, Adriano Spilinbergo nella galleria Bardi. Altri artisti erano di casa in gallerie storiche come Scopinich, Milano, Salvetti, Dedalo, Gian Ferrari, fondata nel 1936 che inaugurò lo spazio con la “Prima rassegna della donna italiana nel campo delle arti figurative” Bottega di Poesia, Il Milione, Barbaroux dove hanno esposto Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Gino Severini e Alberto Savinio, Micheli, Gussoni, Centrale e Mostre Temporanee.
C’erano anche una galassia di altri spazi come Galleria Nova in via della, Casa d’Artisti, diretta da Alfredo d’Agostino dove oltre alle mostre si incontravano per raduni intellettuali e ancora Bottega d’Arte Salvetti, attiva negli anni Trenta e tante altre gallerie che animavano l’ambiente culturale del capoluogo milanese. L’elenco completo di gallerie, spazi e di tutti i mercanti d’arte contemporanea e altri documenti preziosi è il frutto di una ricerca capillare di anni di studio del curatore Luigi Sansone per l’imperdibile mostra “Gallerie Milanesi tra le due Guerre”, promossa e organizzata dalla Fondazione Stelline con il patrocinio del Ministero per i Beni e le attività Culturali, della Regione Lombardia, della Città Metropolitana e del Comune di Milano, inserita nel palinsesto della primavera milanese “Ritorno al Futuro”, che raccoglie novanta dipinti e una decina di sculture che ripercorrono un epoca irripetibile.
Nella Sala del collezionista della Fondazione Stelline il percorso espositivo si apre con l’omaggio al Futurismo, con il recupero di opere e documenti di una importante mostra organizzata da Filippo Tommaso Marinetti nel 1919, alla Galleria Centrale d’Arte di Palazzo Cova, in piazza Scala,per ravvivare le braci della cultura milanese sopita sotto la cenere del primo conflitto mondiale, schierando Giacomo Balla, Enrico Pampolini e Luigi Russolo.
GALLERIE MILANESI TRA LE DUE GUERRE, vista della mostra
Tra le opere futuriste incuriosisce il Ritratto di Marinetti ferito (1916) di Francesco e Pasqualino Cangiullo e sono un modello di innovazione grafica i cataloghi di Fortunato Depero del ’27, con bozzetti della pubblicità per Campari. Capitolo a parte merita la rivisitazione della prima mostra del gruppo del Novecento, a cura di Margherita Sarfatti nel’23, che annoverava Anselmo Bucci, Achille Funi, Mario Sironi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Emilio Malerba, Piero Marussig e Ubaldo Oppi, accomunati dalla figurazione e dal “ritorno all’ordine”,  dopo gli eccessi delle sperimentazioni delle prime avanguardie artistiche (Futurismo in primis) con opere d’ispirazione classicheggiante dalla composizione armonica, movimento alla quale aderirono in seguito  schiere di artisti che ebbe un successo internazionale.  Oltre ai dipinti, incantano le sculture di Medardo Rosso, Adolfo Wildt, Fausto Melotti, Arturo Martini e la cartella dei Misteri 1914-15 di Alberto Martini, carico di suggestioni simboliste. 
Al piano interrato della Fondazione c’è la piccola sala dedicata a Kandinsky con un suo disegno e la serie completa dei dodici fogli intitolati “Kleine Welten” (Piccoli mondi), del 1922, garbatamente astratti, una delizia. I protagonisti dell’arte non figurativa esponevano nella galleria Il Milione: centro nevralgico dell’innovazione culturale che nel 1934 presentò la prima personale italiana del maestro russo di combinazioni del colore e della forma: la mostra si rivelò un insuccesso, fu snobbata dai critici e dal pubblico e collezionisti, ma per fortuna che in questa occasione la Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco di Milano acquista la cartella contenente 12 incisioni astratte per 350 lire. Il Milione diventerà luogo espositivo di Osvaldo Licini, Lucio Fontana, Fausto Melotti e altri artisti non figurativi interessati dal rigore geometrico e alla semplificazione formale più razionale e analitica come Mondrian, che influenzò Mauro Reggiani, Atanasio Soldati, Mario Radice e Manlio Rho

Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 25 febbraio 
Dal 25 febbraio al 22 maggio 2016
Gallerie milanesi tra le due guerre
Fondazione Stelline 
corso Magenta 61, Milano 
Info: www.stelline.it

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